Rassegna storica del Risorgimento
DEGLI AZZI GIUSTINIANO
anno
<
1962
>
pagina
<
121
>
Libri e periodici 121
montare veniva affidato anche a persone che non sapevano né leggere, né scrivere, né d'aritmetica pratica. Questa situazione, che consentiva alle autorità borboniche di mantenere teoricamente in funzione tutte le scuole primarie della regione, indusse il Racioppi, segretario generale del Governo di Basilicata, a disporre, nel 1860, che tutti i maestri elementari fossero sottoposti alla prova di scrittura. Conseguenza di tali prove fu, come documenta il Pedio, l'allontanamento dall'impiego di moltissimi maestri, tutti quelli risultati analfabeti, con il risultato che nel corso dell'anno scolastico 1860-61 furono in condizione di funzionare soltanto 20 scuole maschili e 14 femminili con una frequenza di 408 alunni.
Completa l'interessante studio un rapido cenno ad una inchiesta condotta nel Lagonegrese nel 1859. Essa rilevò lo stato di miseria materiale e morale in cui versavano le popolazioni lucane e la classe dirigente in ispecie durante la dominazione borbonica.
In appendice alla monografia sono poi numerosi quadri statistici, frutto di una accurata consultazione di centinaia di fasci di carte d'archivio che rilevano nel Pedio buon metodo, salda dottrina e felice intuizione.
Anche qualche altro storico ha tentato, in questi ultimi anni, ricerche del genere, ma per nessuna regione d'Italia è stato possibile raccogliere il volume di dati condensati nei quadri finali del Pedio.
Molto interesse suscitano gli specchi relativi ai prezzi dei generi di prima necessità praticati nei paesi lucani durante il periodo borbonico. Da essi si rileva come nella primavera del 1860 i prezzi del grano avessero raggiunto cifre iperboliche per quei tempi. Il dato è interessante in quanto aiuta a comprendere l'entusiasmo per la spedizione garibaldina ed il successivo mutamento di opinioni e non mi consta che alcun altro studioso si sia adeguatamente soffermato su di esso, come fa invece il Pcdio, quando ricostruisce, in una meditata sintesi, i fatti svoltisi in Basilicata nel 1860.
Altri quadri relativi alle condizioni sociali delle popolazioni lucane ed allo spezzettamento della proprietà fondiaria, quale si rileva dai dati relativi all'imponibile fondiario, sono molto indicatori e permettono di intendere il carattere del movimento liberale lucano.
Non ci sentiamo, però, di consentire con l'autore quando afferma categoricamente che gli esponenti della ricca borghesia non si erano mai preoccupati dei bisogni e delle legittime aspirazioni delle classi più povere e si servirono del movimento liberale per conservare le proprie ricchezze e mantenere le maggiori cariche cittadine, strumento di prepotenza e di angherie e mezzo per accrescere le proprie fortune. Infatti, egli dice rinunziando ad ogni eventuale trasformazione politica che non leda gli interessi di coloro che in Basilicata detengono la ricchezza, Giacinto Albini, facendosi interprete di questa mentalità, riuscirà ad ottenere l'adesione al movimento insurrezionale anche della borghesia conservatrice ed antiliberale che, nella immediata annessione del Mezzogiorno al Piemonte, vedrà, nel 1860, la sola possibilità per mantenere sostanzialmente immutata la preesistente situazione economica e sociale .
E il Pedio, che ha anche dimostrato che in molti centri abitati della Basilicata, Contrariamente a quanto avveniva in altre regioni del Regno, si aveva interesse e si brigava per essere nominati sindaci e decurioni, sviluppa questo concetto nel soffermarsi su insurrezione lucana nell'agosto del 1860.
Tale giudizio, che l'autore aveva già espresso in un suo studio sulle Contraddizioni e lacune nella dottrina politica di Giustino Fortunato, pubblicato in Potenza nel 1956, è molto pesante e merita una discussione particolare che non è possibile in queste brevi note.
Occorrerebbe infatti esaminare sia la genesi e lo svolgimento di tutto il processo unitario che si ebbe nel Mezzogiorno, sia quello più vasto e complesso dell'istaurarsi nel giovane regno d'Italia d'un saldo reggimento politi o basato su una democrazia di tipo parlamentare. Oltre a ciò, si dovrebbe tener conto anche delle situazioni contingenti in cui vennero a trovarsi, momento per momento-, gli uomini responsabili del tempo e valutare i fatti e gli eventi non alla luce del valore che si attribuisce oggi alle espressioni