Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <43>
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La Società Pro Patria e il suo tempo 43
perflua ogni specie di difesa; ma cpiando l'insidia e la violenza * sorpassano i limiti, quando altri popoli con deplorevole ingratitu- àjae cercano di estìnguere le fonti di civiltà a èui avevano larga- mente bevuto e attinto, allora diviene opera giusta e necessaria la legittima difesa.
I segretari davano conto della attività sociale, seguiva l'appro­vazione dei bilanci e delle relazioni del Gomitato di sorveglianza. 11 nestore dei patrioti trentini Carlo Dordi, in un discorso aeclamatis-simo, proponeva la riconferma del voto per l'università a Trieste, e Giorgio Piccoli chiedeva l'adesione dell'Assemblea per l'istituzione pure a Trieste di una scuola magistrale maschile, dalia quale trarre i primi banditori della lingua nei territori contrastati della Venezia Giulia. La Direzione veniva eletta in base al nuovo statuto, del quale ai èra finalmente ottenuta l'approvazione, e che prevedeva la divi­sione dell'Associazione in due sezioni distinte, l'una per la Venezia Giulia con sede a Trieste, l'altra pel Trentino con sede alternata fra Rovereto e Trento. La Direzione centrale doveva alternarsi fra il Trentino e Trieste e, ove cadeva la sua sede, ivi risiedeva il Presi­dente con nove direttori, mentre il Vicepresidente con sette direttori formava nell'altra regione la direzione di sezione. I gruppi dalmati, fino a che non fossero aumentati a tal numero da costituire una propria sezione, erano subordinati alla direzione centrale.
Nel congresso di Trieste venne fissato che la Direzione centrale dovesse continuare le sue funzioni a Rovereto sino al nuovo con­gresso stabilito a Trento nel 1890, e vi furono acclamati a presidente il dott. Carlo Bertolini e a vicepresidente il dott. Antonio Gofler in rappresentanza della sezione adriatica. A segretari furono novamente designati il dott. Augusto Sartorelli per la Direzione centrale con­nessa alla sezione trentina, e il prof. Alfonso Costa per la sezione adriatica. Il congresso si chiudeva con un saluto di omaggio ad An­tonio Ba;j amonti, l'inclito patriota di Spalato, il cui nome era, colle parole di Vincenzo Miagostovich, la sintesi di un programma e di un perìodo di storia .
L'importanza del congresso di Trieste fu essenzialmente espressa flalia eco sonora, che ebbe finalmente sulla nazione la voce degli ita­liani irredenti. Mentre ai primo congresso di Rovereto la stampa del regno era rappresentata soltanto da un modesto giornale di provincia, al Congresso di Trieste tutti i principali giornali della penisola ave­vano mandati i loro redattori. Finalmente il grido di soccorso, che a mezzo dei conterranei trentini e adriatici la Pro Patria non si era stancata di lanciare dopo il congresso di Rovereto, era stato udito e raccolto. Nel giugno del 1887 il Diritto di Roma, riproducendo un articolo