Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <44>
immagine non disponibile

44
A. Sartorelli
(LV Indipendente di Trieste, esprimeva bensì la convinzione che fosse dovere degli italiani di non abbandonare alla loro sorte quei loro connazionali, ma era parso che quella voce si fosse spenta fra la in­differenza del pubblico. Questa volta tutta Italia era informata delle condizioni degli irredenti ed eccitava in vario modo a provvedervi Subito dopo il congresso, la Tribuna di Roma faceva la storia, in un notevolissimo articolo di fondo, delle associazioni tedesche e slave dell'Austria; e concludeva essere imperioso dovere per gli italiani di promuovere anche fuori dei confini strettamente politici, la cultura e lo sviluppo della lingua nazionale. A Bologna si stringevano at­torno a Giosuè Carducci uomini di azione, i quali fondavano la -vanwi Frati: era il primo lume che diradava le tenebre avanci;a noi, incerti araldi di italianità ai confini della nazione ! Da Milano, da Bologna, da Firenze, da Padova, da Udine, da Roma cominciavano a giungere alle due sezioni di Trieste e del Trentino i primi soccorsi *. L'attività era ripresa con maggior fervore nel Trentino e sul-L'Adriatico, e il programma di lavoro forzatamente ristretto entro i limiti modesti dei mezzi disponibili, aspirava ad estendersi anche nel Trentino, di là dai suoi confini strettamente linguistici, nella regione dell'Alto Adige, ove la dolorosa condizione degli italiani, ivi emigrati, aveva costituito la prima ragione della esistenza della Pro Patria. La sua comparsa era stata salutata quasi dappertutto con manifesta compiacenza lungo i paesi dell'Alto Adige, nella Gardena, ma spe­cialmente a Bolzano, ove erasi andato formando un forte nucleo di per­sone colte, professionisti e commercianti, e dove parte rispettabilissima della popolazione era di nazionalità italiana e ne parlava la lingua.
Fortificare nazionalmente questo centro di italianità corrispon­deva al cpncetto'di allargarne le conseguenze nazionali e politiche sopra tutto il suo distretto economico, entro il quale gli italiani erano sparsi e anche raccolti in centri minori di vita comune, e che costi­tuisce il versante meridionale della catena delle Alpi, sulle quali corre il confine naturale d'Italia. Il collegamento degli arti nazionali al tronco vitale di Bolzano, appariva logico pel fatto che la sua colta italianità, per essere addetta alle mansioni nel commercio, era in co­municazione quasi ininterrotta coi connazionali sparsi nel distretto, i
i da ricordarsi con gratitudine J'atti-rissima opera di propaganda di Vittorio Graziadei, Il rappresentante ufficiale della PmÈitìria nel Eegno, di Paolo Orsi, di Alberto Eccler dall'Eco, del generale Poguofiii,-di Menotti Garibaldi, dei fratelli Arnaldo ed Ettore Tolomel, di Iraigi Depretis, del prof. Brini, di Paolo Busin, del .Tjargajoli, di Giovanni Pedrqfctf, di Giacomo Venezian e di una vera legione di Adriatici i quali B! possono chiamare i precursori della Dante*