Rassegna storica del Risorgimento
"PRO PATRIA"
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1919
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A. Sar torelli
avrebbe distrutta là concordia raggiunta cosi felicemente sul terreno nazionale e politico cogli uomini del partito conservatore, e insieme compromessa l'unità nazionale e politica del Paese a favore dei nobili clericali austriacanti, i quali sarebbero certamente ritornati in Parlamento al posto dei preti nazionali. Alla proposta quindi non fu risposto, anzi essa non formò nemmeno oggetto di discussione, ma ho voluto tuttavia farne cenno, perchè si era cominciato a discutere effettivamente fra i patrioti il quesito, se non convenisse per il migliore sviluppo del pensiero italico nel Trentino, concentrare tutte le forze materiali dell'Associazione al raggiungimento di questo altissimo scopo spirituale, abbandonando per il momento problemi che parevano di soluzione meno imperiosa. Si alludeva con ciò all'opera nefasta esercitata sulla gioventù dalle istituzioni scolastiche di lingua, tedesca fondate a Trento dal Governo, alle quali si attiravano ragazzi, anche di famiglie italiane, mediante ogni sorta di favori e con lusinghe di facili carriere, i quali per essere educati in un ambiente artificiosamente ostile allo svolgimento del pensiero nazionale, avrebbero poi spiegata in un prossimo futuro nell'esercizio delle professioni, e peggio nell'amministrazione delle cose pubbliche, un'attività assolutamente pericolosa per la illibatezza del sentimento di italianità. Non è mio intendimento di dimostrare quale dei contendenti nel dibattito, sempre altamente sereno, fosse più. o meno nel giusto, anzitutto perchè la discussione sta per divenire fortunatamente oziosa, e poi perchè il giudizio non può essere pronunciato da parte di chi fu in causa, ma mi è piaciuto ora tuttavia accennarvi per la constatazione delTaltis-jsiana idealità che animava tutti gli uomini nostri, tra i quali poteva essere dissidio nei metodi, non nella finalità, che era soltanto quella di preparare religiosamente gli animi, di alimentarvi il sacro fuoco della italianità e di predisporre gli eventi per il momento auspicato, nel quale fosse piaciuto alla grande Madre di chiamare a sé i figli suoi.
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Il giorno 3 marzo 1889 sorse nefasto alla italianità, la quale assistette al fatale disparire dell'uomo, che di essa aveva in sé compenetrate le fervide aspirazioni e la decisa volontà, e che l'aveva guidata con mano sicura attraverso a ogni sorta di incertezze, a meta mai raggiunta di dignità nazionale e politica; Carlo Bertolini mori, e fu uno schianto di dolore che si ripercosse dagli anditi delle montagne trentine alle rive di Trieste e dell' Istria, fino dove suonava l'ultimo accento italico sulle isole e sulla costa dalmata. Rade volte così grande ascendente morale, assieme a una illimitala estimazione