Rassegna storica del Risorgimento
"PRO PATRIA"
anno
<
1919
>
pagina
<
47
>
La Società Pro Patria e il suo tempo 47
fu. raccolto da uomo politico, tanto parco di parole e schivo della pubblicità, come fu Carlo Bertolini. In questo egli caratterizzava 1 anima trentina, dubitosa a mostrarsi e avara nella parola, ma r intelletto acutissimo sussidiato dalla prodigiosa facoltà della memoria, da un profondo spirito di osservazione e dal desiderio di sapere, lo aveva fornito di coltura vastissima da superare ogni altro, conferendo ai suoi parchi detti un significato e una efficacia di espressione eminentemente singolari. I/éco della sua parola, spesso lungamente sollecitata, esaltava le anime tutte colla potenza di una forza arcana, indueendole tosto a fiduciosa e lieta obbedienza, le anime che veneravano in luì il patriottismo storico fiorito alle luci del 1849, pel quale aveva dovuto lasciare il suo Trentino per ritemprarlo a Trieste alla scuola di Arrigo Hortis, assieme ai più illustri patrioti triestini. La sua figura maestosa ispirava rispetto, l'assoluta assenza di ogni ambizione aveva fatti dileguare i nemici, la bontà che gli rideva dal viso gli aveva acquistato l'amore, come l'onestà e la scrupolosa rettitudine, la illimitata estimazione di amici e di avversari.
Questi fu il primo presidente della Pro Patria, il capo del Club Trentino al Parlamento austriaco, che aveva raccolto nello stesso campo politico tutti i suoi conterranei e che aveva preparato le condizioni, per adunarvi tutti gli italiani, che egli già dirigeva nel campo nazionale. La sua morte fu accompagnata da un tributo universale di omaggio : Rovereto, la quale mai vide compiersi per le sue contrade un esiremo ufficio in modo cosi imponente e solenne, gli decretava il famedio degli uomini illustri, Cles la patria dei suoi avi una lapide, Gorizia dedicava al 3uo nome una contrada, Trieste e Trento e tutte le città del Trentino e della Venezia Giulia ne esaltavano le opere in solenni adunanze consigliari.l
Se la Pro Patria era rimasta priva del suo capo, del quale la sezione' trentina aveva sentito in modo particolare il vuoto doloroso e quasi irreparabile, non aveva perciò scemate le sue energie, le quali più che dagli uomini traevano impulso da ideali superiori, e si prer parava anzi con fervore al terzo Congresso indetto a Trento il 29 giugno 1890 a diciannove mesi da quello di Trieste, ove si rinnovavano gli stessi entusiasmi e si rinsaldavano i vincoli di fraternità e l'alleanza morale fra gli italiani. Trento, la capitale di una regione montuosa e quindi poco produttiva e scarsa di industrie, e mantenuta povera dagli artifici del Governo statale e provinciale, non poteva
' Antonio Stofenelli, il forte poeta lùvatìòv. dedicata un'ode con VOMÌ non morranno.