Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <53>
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La Società Pro Patria e il suo tempo 53
glimento un articolo di fondo, col quale confermava in termini aspri e violenti i giudizi sull'opera e sulle persone della Dante, manife­stando tutta la sua ripugnanza per il giovine Regno alleato; e alla Presse tenevano bordone i giornali slavi e clericali, e quelli che attin­gevano ispirazione dai circoli militari.
Invece gli organi tedeschi, e perfino i portavoce dei partiti ir­redentisti tedeschi, come la Deutsche Zeittmg, mostravano o meglio fìngevano di deplorare Tatto del Governo, qualificandolo inopportuno e vanamente irritante.
Però la vera natura delle preoccupazioni del Governo austriaco, come la.sua malafede nell'uso delle espressioni rivolte alla Dante,si rive­lano dai commenti del giornalismo austriaco, appena che della Dante fu annunciato il prossimo avvento. Questo fu realmente nel 20 luglio 1889, ma già alcuni mesi prima i più importanti giornali ne avevano di­scusso animatamente le intenzioni e ne avevano paventata l'opera, la quale nell'Austria si presentava preceduta da un'impressione di potenza pel fatto, che il programma del Comitato promotore di Roma conteneva la dichiarazione punto gradita che la Dante apparteneva a tutti i partiti, e che si voleva mantenerla lontana da ogni intromissione nel campo religioso e politico .
Slavi e tedeschi furono subito addosso al Governo, i primi per rimproverargli la sua debolezza nell'avere permesso l'esistenza della Pro Patria, la quale secondo loro era stata causa della generazione della Dante; i secondi per rinfacciare al Governo (che era allora inviso ai liberali tedeschi) il contegno imparziale e ingiusto in con­fronto degli italiani del litorale a scopo di favorire gli slavi ; nel quale contegno si doveva ravvisare la sola ragione dell'apparizione della Dante, mentre alla lor volta gli slavi ritorcevano contro i te­deschi l'accusa di voler germanizzare il Trentino e di essere stati quindi la causa della minaccia italiana.
Questa curiosa situazione non priva di comicità risalta special­mente dall'articolo attribuito al noto parlamentare tedesco Grabmejer, il quale già nell'aprile di quell'anno scriveva: Quello che si poteva facilmente pronosticare è avvenuto : la Nazione italiana scende in campo come ausiliare dei propri connazionali'ancora separati dal Regno, nei combattimento a favore della nazionalità, della lingua e dei costumi, nel quale intanto stanno per darsi la mano tutti gli ita­liani da Bonghi a Carducci, dagli italiani dell'irredenta ai partigiani della Germania, dai liberali ai clericali.
i Si erano proprio sbagliati i politicanti governativi, tanto quelli che avevano definita la loro Pro Patria un fuoco di paglia, perchè la Società era più viva che mai, quanto quelli che avevano fatti i