Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <55>
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La Società Pro Patria e il suo tempo 56
-di arresti e di processi nel Trentino, e più specialmente nell'Istria, nel Goriziano e a Trieste, ove si era giunti al punto di sospendere la pubblicazione àelV Indipendente e di arrestare in massa la sua reda­zione, e di togliere al Piccolo la concessione di esercizio della stam­peria K
I giorni della Pro Patria erano contati fino dalla pubblicazione del manifesto invitante gli italiani a raccogliersi sotto il manto della Dante Alighieri. Ogni suo atto più innocente era spiato per cogliervi il pretèsto per sciogliere la Società, e finalmente dopo un lungo anno di agguati proditori, il Governo austriaco trovò quel pretesto nel telegramma di saluto e di augurio deliberato dal Congresso di Trento 2.
Ma Francesco Crispi non era uomo da lasciarsi pestare così facil­mente i piedi, e a Vienna protestava a mezzo di Costantino Nigra, per l'ingiusta motivazione del decreto di scioglimento del quale met­teva in ribalto i cattivi effetti prodotti nel Regno. L'Austria si rav­vedeva in parte, dappoicbè il Supremo Tribunale amministrativo di­scutendo nella medesima seduta pubblica il reclamo cóntro lo scio­glimento della Pro Patria e quello contro il denegato consenso alla istituzione della Lega Nazionale, colla sua deliberazione del 28 ottobre 1890, mentre confermava il decreto di scioglimento della Pro Patria pei motivi indicati nel decreto ministeriale, i quali erano corrobo­rati anche dal tenore di una circolare per il monumento a Dante a Trento, giudicava d'altra parte che il divieto del Governo alla istituzione della Lega Nazionale costituiva una violazione dei diritti garantiti dalle leggi costituzionali.
1 Bammeii io la proibizione di partecipare all'Esposizione Beatrice di JFi renze per la quale si erano costituiti Comitati, a Bovereto e a Trento colla signora baronessa Emilia Puraini, Luigina Jacob, baronessa Giuseppina Malfatti, Leopoldina Tambosi, baronessa Antonia Ciani, contessa Maria Cesar Lai
a D Governo che era in cerca di pretesti aveva ordinato di avviare qualche mese prima un processo per crimine contro otto persone di Bovereto, tra le quali lo scrivente, per una pubblicazione in occasione di nozze, coi solo scopo di legittimare una perquisizione la casa mia ove supponeva di trovare la prova dei rapporti della Pro Patria colla Dante. Grazie a preventivo awiBO dello stesso Procuratore di Stato Orsmida Zanoni, un galantuomo goriziano, feci sparire i -documenti che in piccola parte si salvarono miracolosamente anche ora dalla devastazione della mia casa e che stanno per avere onorevole asilo nell'archìvio della Dante.