Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <69>
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XI Ministero Capponi e il tramonto del liberalismo toscano nel r8 69
ceri, più e più. volte dichiarato di avversare quella dottrina politica* perchè non corrispondeva, a suo parere, alla natura del momento sto­rico. Così nei suoi articoli sulla Concordia del giugno 1848 aveva asse­rito non essere quelli i tempi per la teoria repubblicana, accusandone i fautori quali nemici dell'indipendenza italiana in quanto impedivano per i loro idealismi e per il loro dottrinarismo la fusione completa degli animi sotto la bandiera del Re di Sardegna.' Già nel Corriere Livornese del 6 aprile 1848 aveva cercato di dimostrare che un prin­cipato libero e forte non era da posporsi ad una qualsiasi repubblica.8 Il 4 giugno 1848 aveva scrìtto a Pio Bandiera: Io primo, conside­rando i moti del popolo, la maturità dei tempi e le voglie irresistìbili, osai volgermi al Principe e confortarlo a farsi antesignano del risor­gimento italico ; compresi la necessità dell'unione : non mi atterrirono le teorie repubblicane perchè, buone in astratto, non mi parvero, né mi paiono tali da praticarsi in concreto .8 E nello stesso tempo, in cui si dichiarava avverso a questa forma di governo, combatteva a spada tratta, oltre che il ministero Ridoldi, tutti coloro che lo tenevano lon­tano dalla cosa pubblica cercando di convincerli che egli avrebbe potuto e saputo imprimere alla Toscana un carettere di italianità e di indi­pendenza. Così nella surricordata lettera a Pio Bandiera, riferendosi ai suoi oppositori politici : Se in essi è così ardente la brama - scri­veva - di tenermi lontano dagli affari pubblici, si plachino ; io non invidio a nessuno il suo seggio : so stare con me. Quando la mia patria mi chiamerà io sarò lieto di impiegare per lei questa vita, avanzo di lunghi dolori, che davvero non merita di essere conservata .* Non risparmiando neppure la satira, talvolta anche plebea, non contenendo le invettive di ogni specie, il Guerrazzi aveva cercato di demolire per mesi e mesi il moderatismo toscano, come quel partito che più l'av­versava, per eliminarlo quando si fosse presentata la attesa crisi mi­nisteriale.5 E questa egli aveva invo;eàta vivamente dimostrando al popolo, prima della seconda metà del luglio 1848, la necessità che, ad un gabinetto come il 'Bidolfi, un altro ne sarebbe dovuto succedere, il quale fondandosi su i più schietti principi democratici fosse stato espres­sione vera della nazione. Quando negli ultimi giorni della campagna lombarda gli Austriaci minacciavano l'invasione della Toscana, nello
ì GUERRAZZI, Opere politiche, op. oli, p. 245. 8 *ìuiDBBAZ5!l, Opere polUUhe op. oli., p. 276. " UTSRRAZZI, Opere politiche, op. oit., p. 278. * GUERRAZZI, Opere politiche, op. eli, p. 275. 3 GUERRAZZI, Opere politiche, op. offc, pp. 305, 886, 348, 429, 433.