Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno
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1919
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pagina
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71
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Il Ministero Capponi e il tramonto del liberalismo toscano nel 48 ' 71
democràtico, connaturato nella gente toscana. Pericoloso senza dubbio sarebbe stato il lasciarlo, solo, a capo della cosa pubblica fra gente incapace ed inesperta: ma, quando lo si fosse circondato di uomini consci del difficile governo dello Stato, che lo avessero, senza mostrarlo, diretto ed ispirato, avrebbe potuto salvare la Toscana dal pericolo cui essa andava incontro inconsapevolmente. Sfa questo non volle o non seppe fare il granduca, e con lui, chi gli era vicino, per cause più di politica esterna che di amministrazione interna. Il chiamare alla presidenza del gabinetto il Guerrazzi equivaleva a far trionfare il prin-cipjo democratico che aveva avversato la guerra di Carlo Alberto, che aveva suscitato la ribellione contro il regime costituzionale monarchico. Nessuno poteva prevedere cosa sarebbe avvenuto in Piemonte ed in Roma, se si fosse voluto imitare l'esempio della Toscana, quando poi le milizie austriache erano alle porte degù' Stati liberali. Né lo slesso Granduca era sicuro che il Guerrazzi avesse potuto domare in ogni tempole forze rivoluzionarie, quand'esse avessero conseguilo una libertà sempre maggiore cjpìn uni pégiMe radicale, SI comprende perciò perchè il romanziere livornese rimanesse escluso dalla formazione del gabinetto toscano : fu certo un male, ma fu dovuto alla condizione stessa dei tempi.
Nota è la maniera con la quale fu costituito il Ministero Capponi, come noti' sono i tentativi del marchese Gino per avere coadiutore il Rieasoli, non solo, ma per affidare al barone Bettino la direzione della pubblica cosa del Granducato. Ed era cosa saggia perchè difficilmente Leopoldo II avrebbe potuto trovare, chiamando presso di sé gli uomini della Patria, persone le quali sostenessero con maggiore fermezza il principio costituzionale.a Mentre le masse stanche dei disagi economici, dovuti alla guerra, si agitavano ed offrivano largo eampo di azione ai repubblicani ed agli ambiziosi, 1 sovrani italiani dovevano, eliminando le antipatie e le diffidenze individuali, appoggiarsi a chi aveva mostrato di possedere la maggiore virtù politica e la più efficace concezione di Governo. Ond'è che come negli Stati; Sardi Carlo Alberto avrebbe agito con saggezza affidandone le sorti al Gioberti quantunque egli avesse partecipato al Ministero che erasi ribellato all'armistizio Salasco, cosi il Granduca, se aveva respinto il Guerrazzi, avrebbe agito con accortezza concedendo al Ri-easoli la direzione della cosa pubblica. Erano sopravvenuti troppi
1 GAIMONI. Settanta giorni, in Scritti editi ed inediti) op. cit., II, 67 - RICA-ILI Lettere e Documenti, del barone Bettino Rieasoli pubblicati jpor cara di A. GOTTI M. TABABBINI, Firenze, Successori Lo Mounier 1887, I, 374, 375, 376,