Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <78>
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E. Passamonti
del 17 agosto 1848 rispondere ai desideri della maggioranza del prin­cipato toscano?
Il liberalismo del granducato attendeva dai nuovo Governo la effettuazione di due principi fondamentali, la continuazione della guerra e la riorganizzazione interna. E saremmo tentati di asserire, che il primo doveva, per i nostri liberali, essere se non posposto, usato come mezzo, per conseguire il secondo di questi due massimi desideri. Non era oscuro ad alcuno, che la politica del Bifctlfi non aveva in­teso la natura del regime costituzionale ed aveva concesso troppo, quando era necessario l'assoluto rifiuto, ed aveva ricusato di pro­gredire gradatamente, ma incessantemente nel cammino della libertà in maniera da soddisfare le esigenze della maggioranza arrestando in tempo le intemperanze di chi, nella novità del regime, cercava approfittare per privati interessi od ideali particolari. 11 non avere saputo procedere con cognizione di causa e con ferma volontà, l'avere tentato di barcamenarsi fra opposte ed inconciliabili tendenze avevano fatto sì, che la Toscana fosse caduta in preda a fazioni e partiti i quali, non trovando la via di soluzione e di conclusione, si attacca­vano l'un l'altro sprecando tempo ed energie in motivi Mili ed inopportuni. Ed era difficile il governare anche, perchè la grandis­sima parte del paese, costituita da lavoratori e da contadini, non sentiva le ragioni intime del rivolgimento politico e della lotta perla libertà : essendo stata danneggiata dall'uno e dall'altra, avrebbe salu­tato con gioia chiunque le avesse offerta la pace, che le avesse rido­nato il benessere e la tranquillità. Che importava ai contadini toscani se vincevano gli austriaci o i piemontesi, quando il pane mancava ed il costo della vita cresceva? Su questa folla dominata dall'unico prin­cipio del materialismo storico aveva esercitato larga influenza il partito dell'opposizione costituzionale, sia che fosse stato capitanato dalla reazione austriaca, sia dalla rivoluzione, alleata con il comuni­smo, della seconda repubblica francese; e non potevasi prevedere quali effetti avrebbe avuto in Italia un avvenimento di siffatto genere, qua­lora fosse scoppiato in Toscana. In questo era la ragione per la quale, durante la crisi ministeriale dell'agosto 1848, gli organi più -autore­voli della pubblica opinione avevano insistito sul dovere, il sovrano, eleggere uomini forti a' suoi collaboratori nella direzione dello Stato; e con ciò spiegavasi anche la causa del ritorno di molti giornali to­scani a Carlo Alberto, che fin quasi pochi giorni innanzi avevano vituperato ed accusato. Di fronte al lavoro incessante della reazione e della rivoluzione, i liberali toscani che appartenevano ad una mo­derata sentenza, dovettero provare il bisogno di riavvicinarsi a chi dava sicurezza di un eventuale sostegno contro ogni tendenza sovver-