Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <565>
immagine non disponibile

Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 565
zinne dell'intero sistema politico e sociale esistente, realizzata attraverso il suo implicito democraticismo, attraverso la sua collusione sempre più evidente con i falsi miti di libertà e di eguaglianza che avevano sommerso la Francia sotto un mare di aberrazioni. In fondo nel loro sistema aveva già detto riferendosi ai giansenisti Spedalieri è sempre VAnarchia che regna. Ora chi ha in testa siffatte idee di Governo spirituale, come potrà ritenersi dall'applicarle al Governo temporale?.*) E preannunciava così un motivo polemico antigiansenista più volte ripreso fino ai giorni nostri. E nel 1792 il Gemini, nella sua massiccia opera contro la cabala de' moderni filosofanti tendente a spazzar via religione e ordine politico-sociale, a) centrava la sua serrata polemica contro i giansenisti sulla tesi che questi, nel combattere la religione, miravano in effetti alla rovina dello Stato così com'era al presente costituito; che essi, sforzandosi in ogni modo di allontanare i fedeli dalla soggezione e dall'ubbidienza al capo visibile della Chiesa, insegnavano in realtà ai popoli l'arte della ribellione contro i principi.3)
Ormai, l'equiparazione dei giansenisti con gli assertori del pensiero laico democratico e antireligioso, socialmente e politicamente eversore, con liberi muratori e filosofi, era cosa fatta, una realtà data per scontata con sempre maggior frequenza e convinzione. Se lo spirito del presente secolo è quello della indipendenza, della insubordinazione, del rovescia-
J) N. SFEDAIÌIEM, De* diritti dell'uomo, et., p. 440.
2) G. B. GEMINI, La cabala de* moderni filosofanti scoperta in faccia ai piccoli e ai grandi della terra. Essi nulla pia cercano, che di distruggere la Religione, e di abbattere il principato, 4 voli., Assisi, 1792. Cfr. in modo particolare il voi. I, pp. 87265, dedicate interamente ad una impetuosa polemica antigiansenista. Sul progetto di Borgo Fontana in particolare cfr. pp. 196 e sgg. 11 Gemini non si pronuncia sulla effettiva realtà o meno del convegno e del progetto di sovversione politico-religiosa che vi sarebbe stato deciso; si limita ad osservare che quand'anche tale progetto non fosse stato effettivamente abboz­zato, l'autore che lo rivelò fu un sorprendente profeta di tutto quel ohe i giansenisti dove­vano fare in avvenire.
3) Cfr. sopra tutto pp. 209 e sgg. Il Gemini si era dapprima preoccupato di dimostrare che il giansenismo, lungi dall'essere un legittimo movimento di riforma all'interno della Chiesa cattolica, rappresentava una vera e propria eresia assai vicina a quella protestante. Tra l'altro, contro la pretesa dei giansenisti di voler vedere in molte pratiche di pietà, nella maggior parte dei riti della Chiesa, niente più. che veri e propri atti di superstizione, frutto di ignoranza e di un oscurantismo trasmesso per secoli di generazione in generazione, si aforzava di dimostrare che il culto esteriore, che rondesi a Dio e ai Santi appartiene al crederei e i Giansenisti, come costo, se non lo tolgono nell'intero, lo diminuiscono nota­bilmente, o col molto insistere sul culto dello spirito interiore mostrano d'essere troppo amici di Lutero . Aggiungendo ancora, in proposito, che ce i Giansenisti fanno tuttora delle arbitrarie capricciose mutazioni, e con pubblico scandalo condannano sfacciatamente le pratiche di religione giù dalla Chiesa santificate, le quali quando non fossero, che appog­giate all'opinione, sono per questo appunto certe, e sicure in pratica, e da orrore, e da super­stizioni lontane, ed hanno ancora forza di obbligare (pp. 99-100).