Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <572>
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572 Alberto Aqu arane
In questa virulenta pubblicìstica italiana di quegli anni contro gian­senismo e giansenisti, che appare oggi così sfuocata, COBI aberrante nei suoi eccessi estremi, così infondata nelle sue tesi e nelle sue dimostrazioni, si ritrova tuttavia il seme di tutta ima posteriore interpretazione del signi­ficato storico del giansenismo in Italia che ha esercitato e continua ad eser­citare un peso notevole sulla nostra storiografia risorgimentale, dando luogo a discussioni e polemiche ancor oggi non ancora del tutto esaurite, sebbene cominci forse ad essere finalmente possibile tentarne un primo bilancio complessivo.
Quei polemisti cattolici delTidtimo Settecento, malgrado tutte le assurde deformazioni cui avevano sottoposto nella loro critica il movimento giansenista, avrebbero in fondo intuito, tuttavia, il carattere fondamentale della sua funzione storica, il valore del suo apporto alla formazione di quella coscienza liberale laica e tendenzialmente democratica che sarebbe stata la premessa e la pietra angolare dell'Italia del Risorgimento, così come si formò nelle lotte per l'unità e l'in dipendenza. Essenziale quindi l'importanza, per la storia delle origini dell'Italia moderna, del pensiero giansenistico italiano, il quale, per usare le parole del primo e più radicale assertore di questa tesi, mosse da ima riforma religiosa e concluse ad una rivoluzione politica, quasi conciliando, mediante uno sforzo dialettico che pare mostruoso, Giansenio con Rousseau . *) H giansenismo sarebbe stato essenzialmente democratico e borghese, espressione delle aspirazioni e degli interessi di quella nuova classe media in ascesa, per la quale anche il
rapporti multipli e attivi combinano tutto e bastano a tutto. Questo focolare, e Uè ba dappertutto degli agenti più o meno esaltati e possenti a fatti e a parole, è la massoneria . Su questa memoria cfr. R. LAZZAIUNI, Le origini del partito democratico a Padova, fino alla municipalità del 1797, in Nuovo Archivio Veneto, N. S., a. XXIII, 1920, p. 52. Com'è ben noto, tutta o quasi la pubblicistica antirivoluzionaria di quegli anni pose l'accento sulla responsabilità della cospirazione massonica nel movimento rivoluzionario, sopra tutto nei primi anni. La tesi della dipendenza diretta della Rivoluzione, e delle sue realiz­zazioni, dalla massoneria, ricevette una trattazione particolarmente ampia e diffusa ne il velo alzato pe' curiosi o sia il segreto della rivoluzione di Francia manifestato col mezzo della setta de* lìberi muratori. Traduzione dal francese, s. 1., 1794. L'originale francese ( Voile leve pour les curieux, ccc), dovuto all'abate Lefranc, Ai pubblicato nel 1792. Osservava tra l'altro l'autore; 'fan t'è; né io eaito a dirlo: la massoneria è stata quella, ebe ha inse­gnato a* francesi a rimirar la morte tranquillamente, a maneggiar il pugnalo con intrepi­dezza, a mangiar la carne de' morti, a bere ne* loro cranj e a sorpassare nella crudeltà i popoli selvaggi. Sotto l'incantesimo della libertà e dell'eguaglianza, ella ba saputo estin­guere il sentimento della religione ne' cori de' francesi; render loro odiosi i propri sovrani i propri magistrati, e i più fedeli pastori; nodrìre uno spìrito di divisione nello famiglie le più inclinate alla concordia; inspirare l'orrore e la strage, per far riuscire progetti insen­sati , p. 50.
1 ) E. BOTA, Anche G. li. Bùdoni con t giansenisti {da lettere inedite del cav. Giuseppe Poggi La Cecilia), Pavia, 1913, estratto da Athenaeum, gennaio 1913, p. 15.