Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
<
1962
>
pagina
<
577
>
Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 577
non lo era invece alle discussioni che toccavano la supremazia del pontefice, la nomina dei vescovi, la giurisdizione ecclesiastica; così anche la moderna storiografia si è lasciata attirare in prevalenza, più o meno inconsapevolmente, da quel tipo di opere e di discussioni meglio rispondenti alla sua particolare sensibilità ed ai propri interessi culturali, finendo cosi in non poche occasioni per dimenticare, o almeno trascurare fuor di misura, quelle più lontane dal proprio gusto, dalla propria educazione. Eppure, gli stessi carteggi dei giansenisti, ossia proprio quei loro scritti in cui è più naturale ch'essi rivolgessero la loro attenzione particolarmente alle questioni di politica ecclesiastica, alla polemica spicciola contro Roma ed il partito gesuitico, agli attacchi violenti e non di rado insultanti al principio dell'infallibilità papale, sono invece ricchi di temi dottrinali, di discussioni eminentemente teologiche. E per quanto riguarda gli altri loro scritti, trattati, opuscoli, monografie varie, cui sopra tutto essi consegnarono questi temi e queste discussioni, è vero che non sono sempre facilmente reperibili; ma anche una semplice scorsa degli Annali ecclesiastici fiorentini e pure delle Nouvelles ecclésiastiques, sempre attentissime alle vicende del giansenismo italiano, ed alle opere che n'erano prodotte, la dice lunga sulla presunta tiepidità di quest'ultimo per tutto quanto esulasse dalla contingente polemica antiromana ed antigesuitica, fondata sulle consuete premesse regaliste dell'assolutismo illuminato.
Se dunque non si può negare, come ha ribadito ancora abbastanza di recente, in maniera senza dubbio persuasiva, Passeri a d'Entrèves, *) che il giansenismo italiano degli ultimi decenni del '700 andò mano a mano accentuando le sue preoccupazioni riformistiche di carattere più propriamente politico-ecclesiastico, spostando il centro di gravità della sua polemica più assidua dalle dispute sulla grazia, sulla penitenza, sulla sorte dei bambini morti senza battesimo, alle questioni concernenti più da vicino la costituzione della Chiesa, i diritti della sovranità laica in materia di disciplina ecclesiastica, gli abusi di vario genere della corte di Roma a danno dei diritti dei vescovi e delle chiese particolari, è anche vero che non si può portare troppo oltre questo riconoscimento, fare di ogni erba un fascio e mettersi più o meno sul piano dei cattolici zelanti di quel tempo, i quali gridavano al giansenista ogni qualvolta si scontravano in qualche oppositore, prescindendo totalmente dal genere di opposizione di cui si trattasse. Tanto da far levare all'Amaduzzi, amicissimo di molti giansenisti ma non giansenista egli stesso nel senso più rigoroso del termine, l'accorata protesta: <c lo sostengo ohe non va fatto un miscuglio de' domtni cotte
1} Corrispondenze francesi relativi (il sinodo di Pistoia, nU., j'tji, 378-89. L'usacrvaziotto è ribadita dall'autore anche negli altri suoi scmtri sul giamoniamo.