Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
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1962
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pagina
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579
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Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 579
scottanti e facilmente accessibili anche al grosso pubblico come l'autorità del pontefice, l'autonomia dei vescovi, il celibato dei preti, la giurisdizione dello Stato in materia di matrimonio e così via. E da costoro si passa a quanti con il giansenismo vero non avevano in comune che taluni avversari, taluni obiettivi di carattere politico più che religioso, e che se talora potevano, per ovvi motivi di opportunità contingente, far proprie alcune delle rivendicazioni gianseniste, erano in realtà lontanissimi non solo dalle premesse dottrinali, ma dalla stessa concezione morale dei giansenisti. Tanto per fare un paio di nomi, tratti l'uno dal Nord e Paltro dal Sud d'Italia, basti pensare, al riguardo, a Pilati ed a Genovesi. *)
Le cose poi si complicano ulteriormente in quanto gli influssi culturali e morali fra giansenisti, cattolici illuminati, riformisti laici in genere, erano molto spesso reciproci, rimbalzavano per così dire dagli uni agli altri, e più di una volta. il caso, per esempio, di Genovesi, che risentì, sia pure in maniera non determinante, di influenze d'impronta giansenista, e che a sua volta lasciò il segno del suo insegnamento su giansenisti o filogiansenisti quali il Serrao. s)
1) Sul Pilati resta sempre fondamentale l'ottima monografia di M. RICATTI, Un illuminista trentino del secolo XVIII: Carlo Antonio Pilati, Firenze, 1923. Per quanto concerne i rapporti del Pilati con il giansenismo cfr. pp. 186 e sgg. Il Pilati, pur facendo di quando in quando le lodi dei giansenisti e di alcuni aspetti del loro atteggiamento politico-religioso, non nutriva nel complesso troppa simpatia per essi. In nn suo manoscritto sugli studi ecclesiastici, in parte riportato dalla Rigatti, cosi si esprimeva nei loro confronti (p. 198): Et de nos jours méme les jansenistes des états autrichiens et de l'Italie, gens atrabiliairs, intolérants, persécuteurs, calomniateurs, intrigante, orgueilleux, f urieux ne mancrueroicnt pas, si les priuc.es d'aujourdlmi u'étoient pas plus sages, que ceux des premiers sièeles, de mettre tout oeuvre pour rallumcr Ics guerres et renouvclcr les horreurs des sièeles passés , Com'è ormai ben noto, sono dovute al Pilati quelle Riflessioni di un italiano che dal Rota, e sulla sua scia anche dal Rodolico, furono invece attribuite allo Zola. Del tutto a sproposito del Pilati è stato detto che noi, quasi quasi,lo potremmo ascrivere all'estrema sinistra del giansenismo . Cfr. A. DELLA. TORBE, Il cristianesimo in Italia dai filosofisti ai modernisti, cri., p. 25. Per i rapporti tra il Genovesi ed il giansenismo cfr. G. M. MONTI, Due grandi riformatori del Settecento: A. Genovesi e G. M. Galanti, Firenze, 1926, pp. 60 e 6gg. Sul Genovesi fondamentale è ora il lavoro di L. VTLLAIU, Il peri' sforo economico di Antonio Genovesi, Firenze, 1959, con aggiornate e complete indicazioni bibliografiche.
2) Là dove Genovesi ribadisce il concetto che la Chiesa deve esplicare solo un'azione spirituale, senza veruna giurisdizione e senza forza coattiva; che i suoi fini debbono essere solo ultraterreni, dato che essa deve proporsi esclusivamente la salute delle annue; quando ancora dichiara che l'infallibilità appartiene alla Chiesa universale e non al papa, che i vescovi ricevono direttamente da Dio la loro autorità e che pertanto i rapporti fra essi ed II pontefice sono basati sul principio del primus inter pares e non sono rapporti fra supcriore a subordinati, risultano evidenti i legami del suo pensiero con alcuni dei princìpi fondamentali sostenuti costantemente dai giansenisti. D'altra parte, era proprio questo suo insegnamento dio influì a sua volta su giansenisti e filogiansenisti meridionali del suo tempo, come ad esempio 11 Serrao ed il Capeeelatro. Per il primo cfr. G. CIGNO, Giovanni Andrea Serrao, cit., pp. 60 e sgg. Per il secondo B. CROCE, La vita religiosa a Napoli nel Settecento, cit., p. 172. Sul giansenismo a Napoli cfr. pure D. AMBRASI, Por una storia del giansenismo napoletano: Giuseppe s Gennaro Gestori, Napoli, 1939.