Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <584>
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Alberto Àquarone
il quale non ha che ad essere governato, sia la sorgente della potestà dr governare, ma bensì Iddio stesso autore della Società, e di ogni potere degli uomini.J) E vero che Tamburini è spesso stato accusato, da con­temporanei come da posteri, di aver ipocritamente tenuto celato, nelle sue Lettere teologicopolitiche, il suo vero pensiero, di essersi fatto difensore dell'assolutismo regio solo per motivi di contingente opportunità perso­nale e politica: ma in effetti, nessuno è mai riuscito a dimostrare in maniera convincente la fondatezza di questa tesi. Che una certa asprezza di tono propria delle Lettere, che un portare alle conseguenze estreme la pole­mica antidemocratica, possano essere stati dovuti alla pressione di circo­stanze particolari e transeunti, può ben darsi; ma di qui a negare la sin­cerità delle prese di posizione di fondo contenute nelle Lettere stesse, molto ci corre, ed è negazione inaccettabile. 2J
A meno di non passar per buoni argomenti come quelli del Bolgeni, il quale in polemica appunto con le Lettere teologicopolitiche, e attraverso queste, con tutti i giansenisti, se la sbrigava affermando:
Anche quando hanno sostenuto la dottrina favorevole ai Principi, non hanno profittato niente; e ciò per colpa del caratteri,- loro personale; non poten­dosi da uomini di buon senso aver fiducia alcuna nelle dottrine di persone va-
di Ernesto Codignolu, ora in Illuministi, giansenisti e giacobini, cil., pp. 349 e sgg. (ottima invece l'appendice bibliografica); L. Bi LFEHETTI, Lettere inedite di giansenisti bresciani, in Atti della Accademia delle Scienze di Torino, voi. 84, t. II, 1949-1950, pp. 67-108.
J Lettere teologicopolitiche sulla presente situazione delle cose ecclesiastiche, Pavia, 1794, p. 63. Com'è noto, le Lettere furono scritte in risposta e confutazione delle afferma­zioni relative ai giansenisti contenute nei Diritti dell'uomo di Spedalieri. Al Tamburini replicarono immediatamente il Bolgeni ed il Bottazzi con le opere dianzi citate e, quello stesso anno, pure il Cuccagni, rettore del collegio Ibernese di Roma, con // Giansenismo senza difesa; e mal difeso daWAbate D. Pietro Tamburini nelle sue Lettera Teologico-'politiche sull'i situazione delle cose ecclesiastiche, in Supplemento al Giornale ecclesiastico di Roma dell'anno 1794, Roma, 1794, pp. 293 e agg.; egli osservava tra l'altro: 11 sistema dunque di Tamburini è necessariamente quello del popolo sovrano, dei diritti dell'uomo, e dell'egua­glianza, secondo il pretto e preciso gusto dei giacobini di Francia. E potrà negare d'essere giacobino? E potranno negare d'esserlo insieme con lui tutti i suoi giansenisti, che tanto magnificano le di lui opere, é che in Italia riguardano Tamburini come capo del loro par­tito? (p. 473).
3) Ha osservato Passerin d'Enirèves (La politica dei giansenisti, cit., pp. 321 o sgg.) che le Lettere teologico-politiclie rappresentano mia deviazione, dovuta agli stimoli politici contingenti, rispetto al pensiero di Tamburini sia anteriore, sia posteriore, in cui fe spicco l'equilibrio giuseppista. Deviazione pub darsi, ma sempre all'interno di un unico filano di penderà, ohe ovviamente non restava cristallizzato sulle sue posizioni iniziali, ma andava maturandosi e arricchendosi. E si tratterà di vedere, poi, se fossero maggior­mente deformate dagli stimoli contingenti le Lettore oppure, per esempio, lo lezioni di filosofia morale tenute nel 1803, in cui maggiormente egli insisteva sulla libertà, e sul? l'eguaglianza naturali dell'uomo, pur guardandosi bone dal giungere a conclusioni vota* mente liberali e democratiche. Cfr. 1'. TAMBURINI. Introdusione allo studio della filosofia morate col prospetto di un corso della medesima, e dei diritti dell'uomo, e delle sodata, 4 voli., Milano, 1833.
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