Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
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1962
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pagina
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585
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Giansenismo italiano Rivoluzione francese 585
riami, incoerenti, che si contradicono, piene di doppiezza, di mala fede, di menzogne sfacciate, falsificatrici dei monumenti, e dei testi che citano, e calde sempre di bile contro i loro avversari, fino ad imposturarli colle più nere calunnie, e a caricarli colle ingiurie più, atroci .l'
Fatale dunque, e non solo secondo i polemisti cattolici più zelanti del tempo, ma anche per buona parte della storiografìa più. recente, che i giansenisti trasportassero nel campo politico quel concetto di democrazia di cui volevano improntare la Chiesa.2) Poco importava che Tamburini ribattesse a questo proposito, tentando di scagionare i giansenisti da cosi grave accusa:
E poi affatto chimerico il timore, che eglino trasportino al civile la forma del Governo Ecclesiastico. Sanno essi, che questa è stata individuata da Gesù Cristo, e che la civile è stata lasciata all'arbitrio degli uomini. Sanno da Gesù medesimo, che il Governo spirituale non è simile alla dominazione civile*... Quando Iddio ha creati gli uomini (volendo ragionare colle idee dello Spedalieri), gli ha creati tutti eguali non solo nella natura, ma ne* diritti della Sovranità, la quale non può sorgere se non dalla cessione delle rispettive porzioni del potere di ogni individuo. Laddove quando Gesù Cristo ha fondato la Chiesa, egli ha stabilito i ranghi, ed i diritti de1 membri della medesima .3)
E ancora, a proposito del principio di eguaglianza:
Intanto il cristiano istruito dei principj della sua Religione è ben lontano dall'applicare l'evangelica massima dell'uguaglianza alla base di un Gov. civile. Egli sa combinare la verità del suddetto principio colle altre verità non meno evidenti si nella Scrittura, che nel dettame della ragione sulla disuguaglianza tra gli uomini .4*
A prescindere dalle intenzioni dei giansenisti, è sembrato e sembra a molti, il fatto obiettivo di voler infrangere l'assolutismo papale, di sostenere, oltre che l'autonomia dei vescovi, reiezione di questi ultimi, di affermare il diritto dei parroci a partecipare al governo della Chiesa grazie al -voto deliberante e non già meramente consultivo nelle sue assemblee legislative,5) non poteva inevitabilmente che aprire la strada ad una nuova
') G. BOLCE.NJ, Problema se i giansenisti siano giacobini, cit.,'p. 181.
s) Cosi per esempio G. CATTA NI, // Giansenismo e la legislazione ecclesiastica della Cisalpina, in Nuova rivista storica, 1931, p. 108.
3) Lettere teologico-politichc, eh., p. 64 (9 p. 79.
*) Lettere teologico-politichc, cit., p. 69.
fi) Al sinodo di Pistoia* .ìcom'c noto, i parroci intervennero con Voto deliberimi e, o decisivo, come si preferiva diro allora. Nella successiva Assemblea degli arcivescovi e vescovi toscani, convocata nel 1787 dall'arciduca Leopoldo, e ohe avrebbe dovuto sgombrare il terrena per il desiderato concilio nazionale, la questione del voto decisivo o meramente consultivo dei parroci fu dibattuta con accanimento. Cfr. [R. 'FANZINI], Istoria