Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <595>
immagine non disponibile

Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 595
bili mutazioni da questa nazione adottate e propugnate colla seduzione e colla forza ovunque han penetrato le di lei armate. La libera professione della reli­gione di Gesù Cristo, la vita, la proprietà, il sistema civile, tutto è precario per noi, che non possiamo contare sulle deboli forze della Repubblica, che forse partecipa al nostro pericolo anche per la propria esistenza . ')
La Rivoluzione francese, sosteneva con dovizia di argomentazioni polemiche Tamburini nelle sue Lettere teologi che-politiclte, non solo aveva messo a soqquadro un antichissimo e prospero regno e sovvertito i piffc sani princìpi di governo, ma aveva causato un danno immenso all'Italia, in quanto aveva prodotto l'inevitabile risultato di interrompere di netto quelle vaste riforme ecclesiastiche che sopra tutto in Lombardia ed in Toscana erano felicemente avviate, e che costituivano la premessa inso­stituibile per il generale progresso civile e religioso della penisola. Sotto l'abile guida dei sovrani illuminati era sembrato che un'era nuova e migliore dovesse finalmente aprirsi, e invece la mano del destino da un lato, e quella degli uomini dall'altro, avevano in breve volger di tempo tutto guastato.
Ora chi avria mai detto, che le cose cangiassero in un momento d'aspetto, e che un nembo improvviso dissipando nel fiore le più belle speranze, minac­ciasse di far ricadere le cose nell'antico chaos, onde alzavano il capo? Una morte intempestiva rapisce alla Chiesa ed allo Stato due illuminati e zelanti Sovrani nel più bello delle loro generose intraprese. I torbidi della Francia spargono dappertutto la confusione, e il disordine. Sparisce la luce che era comparsa allo orizzonte, e succedono le tenebre, di cui prevalendosi la cabala rende sospetti i difensori della verità, e dell'ordine pubblico... Le riforme ecclesiastiche fatte in quel Regno, si per le cagioni, che per il modo, hanno irritato altamente una gran parte di mondo. La rivoluzione nello stato politico, che le hanno accompa­gnate, le rendono ancora più odiose. La confusione, ed il disordine che in tutta Europa si e sparso, e turba tutt'ora la tranquillità degli Stati, fa abbonire e temere la sola idea di qualunque minima innovazione .2'
Ma la Rivoluzione non è colpevole solo per il fatto obiettivo di aver -cagionato l'interruzione di un sano e pacifico movimento di progresso in Italia; essa è pure, e ancor più, colpevole di essersi fatta bandi-trice di principi inaccettabili e nocivi. Il patto sociale non è che filo­sofico delirio,3) così come Io è la teoria della sovranità popolare, che crea una sovranità chimerica e fittizia che va contro i reali interessi
i) Lettera al padre Vignoli del 23 aprili? 1794, in A. DE GUBEBNAXIS, Eustachio Degola, ., pp. 187-188.
2} Lettere teologùo-politiche, cit,, p. 2 e pp. 49-50. * 3) Lettere teohgico-poHtiche, dt.t p. 122.