Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <596>
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596 Alberto Aquarone
e la vera libertà dei cittadini. Jl Guai quando l'autorità sovrana viene indebolita o paralizzata:
La retta ragione, la filosofìa, la sperienza, tutto concorre a far credere, che il Sovrano è destinato a far argine alle forze, alle azioni, alla volontà della maggior parte del popolo, azioni, forze, volontà, che per quel fondo di corruzione, che si trova nell'uomo, sono in collisione col pubblico bene, e lo metterebbero presto in perìcolo, se non esistesse una forza, ed una volontà pubblica, che supe­riore essendo a tutte le volontà particolari de' sudditi le tenesse a freno, e le sapesse rivolgere alla pubblica tranquillità, e sicurezza .2)
Dove si potrebbe anche ravvisare un implicito riferimento alla distin­zione di Rousseau fra volontà generale e volontà di tutti, senonchè tutta l'impostazione del discorso di Tamburini è quanto più lontano si possa immaginare dal pensiero del ginevrino. Nella società politica, l'eguaglianza è inammissibile, ovvero può e deve essere intesa soltanto come il diritto alla reciproca benevolenza, alla compassione ed ai vicendevoli officj ,s) e non è senza significato che Tamburini, a questo proposito, si faccia a lodare quanto in materia di eguaglianza aveva scritto di recente uno dei più accesi, anche se dei più intelligenti, denigratori delle idee rivoluzionarie, quel conte d'Ayala per il quale l'inégalité du sort est un des plus admi-rables ouvrages du créateur , 41
Queste mie brevi riflessioni, concludeva Tamburini tendono a mante­nere la pubblica tranquillità, e la sicurezza del trono contro gli attacchi, che in questa età nostra procurano di dargli la licenziosa filosofia, la sfrenatezza del costume, la superbia, e la irreligione degli uomini... Spargendosi in occasione della Rivoluzione Francese i più cattivi principj contro la sovranità temporale, e la quiete de' sudditi, voi sapete, che mi avete eccitato a scrivere queste lettere a difesa della medesima Sovranità, ed io mi sono sforzato a combattere il velenoso sistema insidiatore del trono e della pubblica tranquillità .s)
Parole ipocrite, queste, dettate da contingenti motivi politici? Scritte sotto il pungolo di una ben concreta e particolare contingenza politica, certamente, quella contingenza politica che lo aveva portato ad assumere un tono alquanto diverso da quello suo consueto, ad accentuare certe critiche e certe difese, ma non a discostarsi nei punti essenziali da quella che era stata in passato e che doveva essere in avvenire la sua visione politica della società. E per quale motivo, del resto, proprio lui avrebbe
" Cfr, su db tutta la lettera VITI, 2) Lettere ti'ologko-politiclw, eiL p. 123. *) Lettere tealagìco-polìliche, cit., P- 130,
*) Cfr. 3. D'AYALA, De la liberti et de Vagolile des hommes et dee citoyens ùvee des tonsidfrations sur quelquet nouvèaux dogmes politiquos, Pavie, 1793, p. 349. 5) Lettere tùotogico-politidte cU., p. 140 e p. 142.