Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
<
1962
>
pagina
<
603
>
Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 603
La requisitoria più decisa e più articolata, di parto giansenista, contro la costituzione civile del clero fu dovuta al Del Mare, *) con il suo Parere, e sentimento di un professore ài un'insigne università d'Italia intorno ai nuovi pastori sostituiti agli antichi per ordine dell'Assemblea Nazionale, Pisa, 1792. Il punto principale della tesi del Dei Mare era l'incompetenza assoluta dello Stato a legiferare in materia ecclesiastica: la potestà laica egli asseriva recisamente che ha per oggetto la felicità della terréna repubblica non è legislatrice, né può esserlo, di una società spirituale, quale è la Chiesa . E aggiungeva:
Ciò che io sostengo si è, che un'Assemblea laica ha avuto l'ardire di dar mano all'incensiere, e di costituirsi despota della Chiesa con l'abolire le sue leggi più sacrosante, stabilirne delle nuove ignote a tutta l'antichità, conculcare quanto vi ha di pia santo, e trattar la Chiesa, quale si tratterebbe un popolo conquistato... Conchiudo adunque questo col dire: supposto che l'Assemblea siasi fatta legislatrice nella nuova Costituzione Civile del Clero essersi lei usurpata un'autorità, che non potea competerle, e per conseguenza la detta Costituzione non essere emanata da un'autorità competente, e legittima, e quindi essere nulla *)
A questa decisa presa di posizione preliminare, seguiva una bollente filippica contro i singoli provvedimenti della costituzione civile del clero,. che il Del Mare teatralmente cosi concludeva:
<c Chi è che leggendola contener potrebbe l'indignazione, e le lacrime nel veder rovesciate le più sante leggi, conculcati i domini, posta a soqquadro la Costituzione della Chiesa da Gesù Cristo medesimo consacrata, e mille altri vizi, che a nulla meno tendono, che a conquider la Religione?.
Una volta messa in luce la vera natura della costituzione civile del clero, restava tuttavia il problema: che debbono fare i fedeli di fronte a tanto oltraggio?
Devono mantenersi inviolabilmente attaccati ai legittimi, ed unici loro pastori, non riconoscere gli intrusi, fuggir la loro comunione, non ricorrere ad essi negli spirituali bisogni, onde non rendersi complici del loro delitto, approvatoli della loro prevaricazione, e cooperatori dei loro sacrilegi; mancando costoro di una legittima missione, tutti gli atti detti di giurisdizione sono nulli di natura loro; le assoluzioni dai peccati, le censure, le dispense, i matrimoni, e quei che dipendono ti all'ordine loro altrettanti sacrilegi. Questa condotta è assolutamente necessaria perchè fondata sulla natura della Chiesa, e sulla unità.
!') Su questo effe. E. CODIONOLA, che lo definisce la mosca cocchiera, del giansenismo italiano (Cartéggi di gianieniati liguri, cit.t voi. I, pp, XXVIH-XXIX)r
2) E. CODICROIÌA, Carteggi di giansonisti liguri, eh., voi. UT, pp. ?21-22. Il Parer è riportato per intero dal Codigliela.