Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <604>
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604 Alberto Aquarone
Erano parole grosse. Tanta asprezza di linguaggio era certo fatta per irritare anche parte di quei giansenisti ohe sulla legittimità, o sull'oppor­tunità della costituzione civile del clero nutrivano dubbi. E il Palmieri, che sulla questione mantenne sempre un contegno piuttosto ambiguo, finendo con l'accettare la costituzione quasi solo come un male minore e comunque necessario, scrisse al Ricci: Abbiamo sempre notizie strepi­tose di Francia, e quel che è peggio nella maggior parte vere. L'Abate Del Mare fa girare quella sua lettera contro il giuramento civico; ma fuori di uno o due presso gli altri non trova credito, essendo scritta al suo solito senza logica e con molto entusiasmo fuori luogo. Io non l'ho vista, perchè non me ne ha parlato, forse credendomi sospetto; ma mi dicono, che grida come un furioso .
Nettamente ostile, finché almeno l'intera situazione politica non subì un radicale rivolgiménto, fu il vescovo di Noli, Giovan Battista Solari, che pure fra i giansenisti d'allora era fra quelli più vicini alle nuove idee democratiche che continuavano a filtrare dalla Francia. Ancora nel di­cembre 1796, quando i Francesi erano già scesi nell'Italia settentrionale, in due lettere indirizzate l'una al Degola e l'altra al Ricci, egli dichiarò fermamente la sua avversione al clero costituzionale, da lui giudicato illegittimo ed intruso in termini più che recisi.2) Negli anni seguenti. Solari subì una lenta ma graduale evoluzione, abbandonando poco a poco quelli che Degola definiva i suoi pregiudizi, ed alla fine quest'ultimo, che di tale evoluzione aveva seguito attentamente le fasi e ne era stato in parte l'artefice, potè comunicare trionfalmente al Ricci, nel febbràio 1801, che il vescovo di Noli riconosceva ormai la legittimità dei vescovi gallicani. *)
Così proprio sulla questione che negli ultimi decenni era stata più di ogni altra al centro dei loro pensieri e della loro attività polemica, e che aveva visto la loro completa unità d'intenti, e di concezioni, sulla questione cioè dei rapporti fra Stato e Chiesa e della posizione del clero
!) E. CODIGNOLA, Cartéggi di giansenisti Spai, cft;, voi.'ti, p. 351, lettera dèli 53 agosto 1792.
1 -' La lettera al Degola è stata pubblicata da A. DE GTJBEBNATÌS. Eustachio Degola, eiL, pp. 205-208. Per quella al Riccii *''"r- CODICNOLA, Carteggi di giansenisti ligurLcù* voi. II. pp, 733-737.
3> In una prima lettera del 14 ottobre 1797, Degola comunicava a Scipione de* Ricci che Solari stava poco a poco tornando sui suoi pregiudìzi circa la costituzione civile del clero e la legittimità dei vescovi costituzionali. Ciò ribadiva ancora in una lettera a Gre-goire del 4 aprile 1798. Infine, in una lettera al Grégoixe del 7 febbraio 1801, dava per conclusa la evoluzione del Solari in senso favorevole ai vescovi costituzionali. Cfr. E. CODIGNOLA, Carteggi di giansenisti liguri, '(., voi. Ili, pp. 257, 295 e 299. Gfr. pare su tutto ciò M. VAUSSAKD. tv* jansfnistes iudiims ni la constUution civile du clergé, eU. p. 244.