Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
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1962
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pagina
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611
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Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 611
Tolleranza religiosa, secondo i giansenisti, sì; ') ma semplice tolleranza e nuli'altro, non, certamente, piena libertà di coscienza e di colto, non la parità della religione cattolica, la sola vera, con le altre confessioni. Eustachio Degola, il grande campione del giansenismo democratico e, per così dire, giacobino, scriveva P8 luglio 1787, nei suoi Annali politico-ecclesìastici, *) a proposito delle polemiche sulle clausole della redigenda costituzione della repubblica ligure concernenti la religione:
Presso di una Cattolica Nazione è contrario anche al solo rispetto dovuto alla Religione Cattolica il metterla al livello degli altri culti, siccome voi pretendete. Sempre vi si dirà, che gli individui della medesima non soffriranno, in linea di Religione, l'insultante confronto coi membri dell'altre sette... Vi si accorderà, se vi piace, libertà di private opinioni; ma libertà di coscienza, e di culto; ob questo no .
E talora non era neppure solo il rifiuto reciso, e in fondo comprensibile, della parità fra religione cattolica e altri culti; c'era qualcosa di più, un'istintiva diffidenza e ripugnanza per la tolleranza stessa verso le opinioni religiose, quando non collimassero con la verità giansenista. In una lettera a Scipione de' Ricci, per esempio, Palmieri dava in lamenti significativi:
Qui abbiamo cominciato languidamente le scuole senza vedere se prenderanno in seguito maggior vigore. In somma pare che ogni cosa tenda alla distruzione della buona dottrina. Mi dicono alcuni Germanici che gli studj ecclesiastici in quelle parti vanno assai male, e che la massima della tolleranza religiosa sul gusto de* Protestanti prende piede e che un Pubblico Professore è arrivato a mettere fra le opinioni semplici la presenza reale nell'eucaristia. Anche la morale si vuol filosofica e non evangelica. Ecco gli effetti delle persecuzioni gesuitiche colle quali si è arrivato a distruggere Portoreale che metteva un freno a questi disordini .s)
*) E il principio di tolleranza doveva essere sostenuto a prescindere da quella che potesse essere la sua utilità economica e sociale per lo Stato, di per sé evidente, ed esclusivamente dal punto di vista della religione e del suo vantaggio. Nel commentare favorevolmente l'editto a favore degli acattolici di Francia del 29 gennaio 1788, gli Armali ecclesiastici del 14 marzo osservavano: Non à nostro scopo il valutare i motivi politici ed economici, che rendono importante agli Stati la tolleranza di persone, che non hanno altra eccezione che la disgrazia di essere acciecati in materia di opinioni religiose, e ohe possono essere utili e pacifici cittadini. Nostro dovere è risguardare questa tolleranza con :gli occhi della religione, ai quali pure ella è preziosa. Se la credenza cattolica è l'unica vera, come ella lo è indubitatamente, dee essere più facile che nel commercio reciproco, essa guadagni terreno sopra la falsa che l'erronea sopra di lei.
2) Sull'attività pubblicistica del Degola attraverso gli Annali politico-ecclesiastici, e sui suoi caratteri, cfr. P. NURRA, Il giansenismo ligure alla fine del secolo XVI11, in Giornale storico e letterario detta Liguria, 1926, pp. 129 e E. CODIGNOLA, Giuseppe Poggi è stato giansenista ?, in Civiltà moderna, 1940, pp. 365-397, poi ristampato in Illuministi, giansenisti e giacobini, cit., Cfr. pure C. DA LACNASGQ, Un esperimento di politica giansenista ? La repubblica ligure. 17971800, in Nuovo ricerche storiche sul giansenismo, cit., pp. 211-229.
3} E. CoiGNOtA, Carteggi di giansenisti liguri, cit., voi. II, p. 393.