Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <612>
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612 Alberto Aquarone
Insomma, si era sempre parecchio lontani, con i nostri giansenisti, dal principio di tolleranza teorizzato e propagandato da certo pensiero laico dell'illuminismo e dell'immediato post-illuminismo, lontani dalle posizioni in materia dei liberi muratori;*1 e questo era del resto abbastanza naturale. Ma si era lontani pure da quelle concezioni della tolleranza come principio finale e non strumentale, che proprio dalle lotte di religione, dallo scontro di sette e confessioni diverse, erano scaturite, e non di rado si erano affermate più o meno largamente, in Inghilterra, nelle colonie americane, nella stessa Francia. E ciò nonostante, non era certo una cir­costanza di poco conto quella che vedeva, all'interno stesso del cattolice­simo italiano, levarsi un pugno d'uomini a difendere, sia pure spesso tie­pidamente, sia pure non sempre coerentemente, i princìpi della tolleranza religiosa e civile, a invocare le ragioni dell'autonomia e intima persua­sione, talora della ragione stessa, di contro a quelle della forza fisica e della coazione spirituale e pedagogica. Circostanza di non poco conto, ma di cui non va esagerata la portata. E francamente inaccettabile è per esempio l'affermazione del Parisi, storico del resto piuttosto mediocre dei nostri
*) Come già si è notato nelle prime pagine del presente saggio, l'accostamento di massoni e giansenisti come nemici principali della religione e dell'ordine politico costi­tuito, anzi la denuncia di una vera e propria alleanza fra gli uni e gli altri, era un luogo comune della, pubblicistica antigiansenistica. Per alcuni, la massoneria era una specie di clearing house in cui erano confluiti tatti i movimenti-rivoluzionari ed eversivi della religione: Lo stabilimento della Massoneria in Parigi è l'epoca della guerra, che è stata dichiarata alla religione Cattolica dai Giansenisti, dai Filosofi, dagli empj, e dai Magistrati. Allora si riuniron tutti i partiti, e non han poscia desistito dall'adoprarsi a distruggerla in Francia. Così, per esempio, si legge nella Congiura contro la religione cattolica ed i sovrani il cui progetto fu concepito in Francia per esser seguito nell'universo. Opera che compisce di smascherare i Liberi Muratori, e di confondere i Filosofi, od i Settarf di tutti i generi, Dell'Autore del Velo alzato per i Curiosi tradotta dal Francese ed arricchita di noto dall'abate Gaetano Tonarsi, Roma, 1794, p. 9. In particolare il Tamburini fu sovente attaccato, per esempio dal Mozzi e dal Bottazzi, come amico e complice dei liberi muratori e ciò soprattutto perchè di essi egli aveva parlato con serenità e tolleranza nel De tolerantia e nelle Lettere, il che bastava agli occhi di certuni per giustificare tale denuncia. Mentre è naturalmente da escludersi qualsiasi vera affinità tra la posizione dei giansenisti e quella dei liberi muratori, non si può negare che, in alcuni casi, singoli giansenisti potessero apprez­zare certe singole tesi della setta ed un.certo clima che in alcune logge poteva predominare. Ma in sostanza l'unico legame che n tratti potè emergere fra massoni e giansenisti fu esclu­sivamente anello offerto dai loro nemici comuni. Particolarmente ostile ai liberi muratori fu. tra i giansenisti, il Pujaii, autore di un Esame di un articolo del signor de la Lande sopra i liberi muratori e di una nuova apologia sopra i medesimi, Venezia, 1787, che è tatto un'aspra critica della massoneria ed una giustificazione della loro condanna da parte della Chiesa. Pujati, In particolare, metteva in evidenza il divario tra la concezione di' tolleranza dei massoni, che altro non era che indifferenza per ogni religione, insomma scet­ticismo, e quella cristiana, che era essenzialmente tolleranza pratica, caritè, compassione per chi è in errore, ma non tolleranza verso l'errore, non indifferenza verso il contenuto dottrinale religioso. Cfir. su tutto ciò anche K. MAZZETTI, Giuseppe Maria Putti, cit., specialmente pp. 10 e sgg. e A. C. J EMOLO, Il giansenismo in Imita, cff., p. 396.