Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
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1962
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Alberto Aquarone
La religione doveva fondassi sulla conoscenza, non sull'ignoranza, e di qui la necessità, da lui costantemente ribadita, di buoni catechismi, che non portassero immancabilmente alla superstizione, così come era invece il caso di tanta parte dei catechismi cattolici, sopra tutto in Italia. La religione vera, e la vera chiesa, nulla avevano da temere dall'istruzione del popolo, era anzi su questa che dovevano gettar le loro fondamenta, se volevano essere ben solide.
Io intendo ancor meno, continuava il vescovo di Pistoia nella sua pastorale come il far conoscere ai Popoli l'estensione e i fondamenti dell'autorità del Ministero JEeelesiasrieo sia un renderlo più dubbioso e mea saldo. La sola impostura, l'ambizione, l'usurpazione si reggono sull'ignoranza e sull'inganno. La legittima giurisdizione si sostiene sulla verità, sull'esame. L'autorità che non vuol essere conosciuta, mostra di non essere né sicura né legittima,1 ó: mostra almeno di diffidare di se stessa... S'istruisca il Popolo de' suoi diritti e de' suoi doveri, si dia al popolo una esatta nozione della Gerarchia Ecclesiastica, della Religione e dello Stato,, e si lasci alle false Religioni il pensiero di profittare sulla ignoranza . *' Che pretendono mai questi falsi prudenti, che per mantenere una non so quale obbedienza, vorrebbero mantenere nei Popoli una profonda ignoranza?... Negli affari della Religione ogni cosa è stimabile, ed ogni più santa determinazione diviene un inciampo, se non la precede la persuasione e la luce . z'
* L'ignoranza dei popoli era, per i giansenisti, una delle cause prime
dello scadimento dei valori religiosi, della corruzione di cosi gran parte del clero, degli abusi e delle usurpazioni, sopra tutto, della Corte di Roma e delle smodate e purtroppo vittoriose ambizioni dei pontefici.s) Era quindi indispensabile rivolgere ogni cura alla retta preparazione degli ecclesiastici innanzi tutto,4) in secondo luogo allo sradicamento della supersti-
del maggio 1788, Lettera pastorale di Monsignor Vescovo di Pistoia e Prato in occasione di un libello intitolato Annotazioni pacifiche ecc., Firenze, 1788. Il Marchetti ribattè a sua volta con Le Annotazioni pacifiche confermate dalla nuova pastorale di Mone. Vescovo di Pistoja e Prato, da due lezioni accademiche del Signor Pietro Tamburini e dalle Lettere di Finale del Signor Ab. Marcello Del Mare, s. 1., 1788. *) Lettera pastorale, cit., p. 78.
2) Lettera pastorale, cit., pp. 80 e 82.
3) E al progresso della coltura il Gapccelatro, per esempio, attribuiva la causa prima della decadenza della supremazia del papato sulle signorie temporali. Alla ignoranza dei popoli egli scriveva tra l'altro nel suo già citato Discorso storico-politico (p. 32) succedette il progresso delle lettere, onde trac' laici, che prima non si distinguevano dagl'ignoranti, cominciarono a rivendicare i loro diritti naturali. Quindi noi vediamo, che siccome i progressi del potere e lucri cale corrisposero sempre al grado della maggiore o minore ignoranza delle Nazioni, cosi la decadenza del medesimo potere è andata succedendo ne* vari Stati d'Europa a proporzione dei progressi dello spiritò umano.
*) Su questo aveva sempre insistito, e continuò sempre ad insistere, sopra tutto il Tamburini. Gir. per esempio, nelle sue Lettere taalogico-potiticha, la veemente difesa da lui fatta (pp. 44 e gg.) dell'istituzione dei seminari generali ad opera di Giuseppe II, e l'esaltazione della loro importanza ai fini della riforma religiosa. In una lettera ad Eustachio Degola, del 15 germinale anno IX, ribadendo la necessità assoluta di Dna solida istruzione