Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
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1962
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pagina
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617
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Giansenismo ìtallono o Rivoluzione francese 617
rautoritarismu intellettuale della Chiesa per appellarsi ai diritti della libera discussione e dell'esegesi delle fonti storiche depurate dalle incrostazioni plurisecolari prodotte dall'ignoranza, dalla superstizione e dai consapevoli abusi del papato, i giansenisti non portavano del resto nulla di nuovo, in quell'epoca, nella cultura italiana, né facevano certo opera di pionieri, ma si riallacciavano ad un ben più vasto movimento intellettuale e politico da cui assorbivano motivi fecondi più di quanti ne contribuissero essi stessi. E forse il loro apporto più positivo, in questo contesto, consistette nel fatto che per mezzo loro la fede nella fecondità della discussione e della critica storica, nei diritti della cultura e dell'intelligenza, l'appello all'immediata testimonianza della coscienza al di là degli aridi artifizi dell'intellettualismo scolastico e della casistica gesuitica, nei dibattiti religiosi, guadagnarono, per vie spesso molto indirette, larghe cerchie di sacerdoti al travolgente moto rinnovatore .*) Il che non deve far dimenticare o trascurare il fatto che, dopo tutto, il giansenismo italiano del tardo Settecento non esaurì certo in sé quella grande corrente spirituale, cui parteciparono laici come ecclesiastici, cattolici di rigida ortodossia non meno di intelletti vicinissimi all'eterodossia di sapore protestante, che rappresentò la rivendicazione di una religiosità più pura e delicata, di una interiorizzazione del messaggio evangelico, di ima maggior libertà della coscienza individuale in seno alla Chiesa.a) E ciò anche a prescindere dalla questione ancora controversa, e che in questa sede si può soltanto accennare, dell'effettiva diffusione delle cor-
fondo di corruzione, ed un occiecamento della ragione, per cui teme sempre d'ingannarsi nelle vie del Signore, o diffida delle forze del proprio intendimento . E il Degola, in una lettera del 17 febbraio 1793: La conversione del peccatore, la stabilità delia giustizia, i buoni pensieri, la santa volontà ed opera cristiana sono effetti della onnipossente Grazia del Salvatore; che da noi stessi non siamo capaci di operare alcun bene in ordine alla salute* che Iddio è quegli che opera in noi il volere e il fare... La grazia non riceve dall'uomo, ma soltanto da Dio la sua forza ed efficacia; facendo osservare però che questa Grazia esige la nostra cooperazione, che essa non violenta la libertà dell'arbitrio, che non induce l'uomo in disperazione come calunniosamente fingono i Molinistì, Cfr. A, DE GOBEBIVATIS, Eustachio Degola, cil., p. 29.
1) E. CODIGNOLA, Carteggi di giansenisti liguri, eit., voi. I, p. XI.
2) Cfx. su ciò, e sui rapporti fra giansenismo e illuminismo cattolico, le osservazioni di G. SOI<ABI, Por la storia del giansenismo italiano, in Rivista di filosofia, 1948, pp. 43-64. Il Solari ha fatto tra l'altro carico a Codignola di non aver messo sufficientemente in rilievo il distacco sostanziale del giansenisti dallo spirito illuministico del secolo, di over troppo spesso trascurato il carattere fondamentalmente nnti-ill nini ri isti pp del giansenismo. In questo senso cfr. pure <'. S. MANFREDI, Per la storia del giansenismo. Sintesi del movi-mento fino al Consolalo napoleonico, in Convintimi, I, 1929, pp 754-818, ma specialmente pp, 772 e sgg. Su vari aspetti e sulle reciproche: relazioni tra illuminismo cattolico, giansenismo ed evangelismo democratico, o giacobino, efr. il già oliato saggio di R. DE FELICE, L* evangelismo giacobino e V abate Claudio della Valle.