Rassegna storica del Risorgimento
GIANSENISMO
anno
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1962
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pagina
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618
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6X8 Alberto Aquarone
renti gianseniste negli ambienti laici e sopra tutto ecclesiastici delle varie regioni d'Italia.
'' Per quanto riguarda il movimento giansenista a Napoli, in Toscana, a Pavia ed in Liguria si rimanda alle numerose opere giù dianzi citate, Com'è ben noto, uno dei principali centri di dillusione del giansenismo italiano, specialmente tra il 1760 ed il 1780 circa, fu Roma, ed in particolare il così detto circolo dell'Archetto, a Palazzo Corsini, facente capo al Bottari ed al Foggini. E pure da ricordare che tutti o quasi i maggiori esponenti del giansenismo italiano passarono un periodo della loro vita a Roma, a diretto contatto con le locali correnti gianseniste e filogiansenistc, e ciò, di solito, proprio nella loro giovinezza, ossia nel pieno della loro formazione spirituale. Sul giansenismo a Roma cfr.. ad ogni modo: E. CODIGNOLA, II giansenismo a Roma, cit.; G. GASPERORI, Settecento italiano, cit.; R. PALOZZT, Mons. Giovanni Bottari, cit.; con questa autrice, che aveva asserito che la morte del Bottari, nel 1775, segnò la disgregazione del movimento giansenista romano, ha polemizzato L. BULFERETTI, Lettere inediti di giansenisti bresciani, eit.. il quale ha sostenuto che l'Archetto non costituiva a quel tempo l'unico centro giansenista a Roma ed ha messo in rilievo l'importanza dei cenacoli facenti capo al Bel Mare ed al Marefoschi; infine cfr. l'informatissinio e completo studio di E. DAMMIG, Il movimento giansenista a Roma nella seconda metà del secolo XVIII, Città del Varcano, 1945. L'importanza del giansenismo piemontese e stata sostenuta da Ernesto Codignola, il quale ha anzi affermato che dopo Roma, il Piemonte è la regiouc d'Italia dove lo spirito di Porto-Reale dapprima, il quesnellismo poi hanno attecchito più rigogliosamente e hanno messo più salde radici nei cuori e nelle menti. Clir. Il giansenismo piemontese prima della rivoluzione, cit., p. 6. Se m Piemonte, ha affermato àncora Codignola, non vi furono personalità di così spiccato rilievo come un Tamburini, un Rìcci od un Molinelli, ciò fu dovuto alle condizioni politiche e spirituali esistenti sotto Carlo Emanuele HI e Vittorio Amedeo III e alle direttive della loro politica ecclesiastica, tanto più pronta a sacrificare i novatori alla Curia ed ai gesuiti, quanto si dimostrava irremovibile nella difesa dei diritti del principato. A differenza quindi dei loro compagni di lotta di altre regioni italiane, i giansenisti piemontesi furono costretti a celare i loro veri sentimenti e ad operare con molta discrezione nell'ombra. Cfr. inoltre: F. RUFFTNI, J giansenisti piemontesi e la conversione della madre di Cavour, Firenze, 1942; M. GORINO, Girolamo Vincenzo Spanzotti. Contributo olla storia del giansenismo piemontese, Torino, 1931; C. CALCATERRA, Il nostro imminente Risorgimento. Gli studi e la letteratura in Piemonte nel periodo della Sampaolina e della Filopatria, Torino, 1935, pp. 56 e sgg.; P. STEEEA, Giuri' sdizionalismo e giansenismo all'università di Torino nel secolo XVIII, cit. L'autore si rifa alla polemica tra 1 Rosa ed il Piatti da un lato, ed il Piovano dall'altra, sulla diffusione del giansenismo in seno alla facoltà teologica dell'ateneo torinese, affermata dai primi, negata o minimizzata dall'altro. Cfr. in proposito; T. PIATTI, Il servo di Dio Brunone Lanieri, apostolo di Torino, fondatore degli Oblati di M. V., con introduzione di E. ROSA, Torino, 1926; con. PIOVANO, La facoltà teologica della R. Università di Torino e il giansenismo, in H corriere di Torino, 10 giugno 1926 ed i successivi articoli dello stesso, nei ira. del 17 giugno, del 14 e del 24 luglio 1926 de! giornale citato. Dello stesso cfr. pure La facoltà teologica, il clero di Torino e il giansenismo, in La scuota cattolica, 1927, pp. 127 133. Sull'influenza delle dottrine gianseniste sa alcuni giacobini piemontesi, quali il Rama, cfr. A. GALANTE GARRONE, Primo giacobinismo piemontese, in H Ponte, 1949, pp. 954-965, specialmente p. 955. Sulle peripezie cui andava incontro il più delle volte la pubblicazione di scritti di giansenisti o filogiansenisti, e sulla vigilanza esercitata in genere dalle autorità piemontesi per impedire la divulgazione del pensiero giansenista, cfr. infine D. SANNAZ-ZARO, P. Giuseppe Captaticela Min. Inf, traduttore dì testi giansenistici, in Nuove ricerche storiche sul.giansenismo, cit., pp. 267-271. Per il Trentino alcuno notizie utili in M. DE AMBROSIS, Filogiansenisti, anticurìaU e giacobini nella seconda metà del Settecento nel Trentino, m Rassegna storica del Risorgimento, 1961 pp. 79-90.