Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <619>
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Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 619
Tale diffusione, comunque, non fu un mero fenomeno d'importazione, un semplice riflesso del giansenismo francese, privo di radici autonome nella coscienza religiosa e culturale italiana. Questa della totale deriva­zione del giansenismo italiano da quello d'oltralpe, di cui sarebbe stato in tutto e per tutto tributario, è un'accusa antica, ma che solo con parecchie riserve può essere accettata. Già i redattori del Giornale ecclesiastico non avevano perduto occasione per affermare l'assoluta mancanza di originalità degli scritti dei giansenisti italiani e per tacciare questi ultimi di pedissequi imitatori dei loro confratelli di Francia; ed una pallida copia del francese definì Gioberti il giansenismo italiano.1) E mentre la Rigatti ha parlato, a proposito di Tamburini, di Zola, di Ricci e dei nostri giansenisti in genere, di convinzioni teologiche assorbite senza elaborazione paesana delle fonti straniere,2) e il Cigno ha insistito sulla scarsissima originalità del giansenismo italiano e perciò sulla sua fondamentale gracilità,3) il Caristia, riferendosi alla Raccolta di opuscoli interessanti la religione ha osservato: La collana di questi libri, aurei o non aurei, che in Francia esprimeva un'esigenza del momento, riflesso della coscienza religiosa e politica di un gruppo considerevole, anche numericamente, composto di laici ed ecclesiastici, passando per le Alpi, giungeva in Toscana, correndo sopra un piano astratto e innaturale, trovando un numero di lettori assai limitato e composto per giunta, in grandissima maggioranza, di ecclesia­stici discordi con la maggioranza dell'episcopato .4)
Ora, senza voler trascendere all'eccesso opposto, e affermare il carat­tere del tutto autonomo del giansenismo italiano, come ha fatto il Mazzetti,5)
l) Il gesuita moderno, tomo H. Losanna, 1846, p, 423. È noto il parallelo tracciato da Gioberti fra giansenismo e gesuitismo. Nel Gesuita moderno (p. 419) egli scriveva in proposito: Siccome la dialettica ortodossa delle scienze sacre aspetto ai princìpi s'incor­pora con Roma, così i due poli sofistici di esse individuatisi nelle due sette antiromane del Gesuitismo e del Giansenismo... e benché né l'uno né l'altro siano una eresia propria­mente detta, hanno però una inclinazione e uno sdrucciolo verso le dottrine eterodosse che Io stanno a confine; sono, come per dire, un'eresia non esplicata e matura, ma in radice e in erba. Sul pensiero gioberfciauo in materia di giansenismo efir. C. CARISTIA, Perchè Vincenzo Gioberti avversò il giansenismo, cit.} A. ANZILOTTJ, Gioberti, cu., pp. 151 e sgg.
*) M. RiCA.ru, Un illuminisi trentino, cit., p. 197.
3) G. CIGNO, Giovanni Andrea Serrao, cit., pp. 244 e sgg. Cr. nello stesso senso pure B. MATTECCCI, Scipione de* Rìcci, cit., p. 55, che definisce il giansenismo italiano merce forestiera.
*) G. CAMBTIA, Riflessi politici del giansenismo italiano, cit., p. 378. Le citazioni del genere, del resto, si potrebbero moltiplicare a volontà.
5) i I giansenismo - ha scritto hi proposito questo autore non é manifestazione parziale e locale del Cattolicesimo, ma manifestazione universale del Cattolicesimo stesso, che si afferma con caratteri diversi secondo i diversi paesi, do cui nasce, spontaneamente. Non viene cioè importato e introdotto dal Belgio o dalla Francia, negli altri paesi catto­lici il giansenismo, ma é invece, ovunque, spontanea espressione di bisogni religiosi insod-