Rassegna storica del Risorgimento

GIANSENISMO
anno <1962>   pagina <623>
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Giansenismo italiano e Rivoluzione francese 623
costituito dalla coscienza sempre e crudelmente presente della divisione della cristianità, da quel confronto continuo con il protestantesimo, ohe mentre da un Iato dava particolare calore alla passione per l'unità, dall'altro portava ad un assorbimento più o meno consapevole e razio­nalizzato di taluni motivi propri della confessione riformata, e nell'uno come nell'altro caso conferiva al giansenismo una serietà d'impegno reli­gioso e morale che in Italia fece molto sovente difetto.
E da un tale punto di vista, sia detto per inciso, c'è da chiedersi se quel realismo, quella tanto decantata pragmaticità del giansenismo italiano, sempre meno disposto a impegnarsi sui contenuti teologici, sulla sostanza dottrinale del cattolicesimo, per rivolgere invece sempre più la propria attenzione e la propria dedizione alla riforma deDa costituzione della Chiesa, alla lotta di tipo regalista ed alla polemica disciplinare, non abbia in sostanza influito negativamente sulla vitalità e sulla maturità del movimento. C'è da chiedersi seriamente se, nei limiti in cui questa evoluzione in senso non teologico del giansenismo italiano ha effettiva­mente avuto luogo, essa non abbia contribuito a svirilizzarlo, a togliergli quell'intensa carica spirituale ch'era stata propria, per esempio, del primo giansenismo francese, oppure, per passare al mondo della Riforma, delle prime generazioni protestanti sul continente e pio. tardi dei puritani inglesi e del New England; e non abbia limitato così fortemente, fino a quasi soffocare, la sua capacità di operare con successo proprio sul piano pratico, delle concrete riforme politico-ecclesiastiche come del rinnova­mento morale. E c'è da chiedersi infine se proprio in questa anche sol parziale prevalenza degli intenti di riforma pratica sulle preoccupazioni più squisitamente dottrinali non vada ricercata una delle principali ragioni del rapido dissolversi del movimento giansenista italiano a cavallo del XVHI e del XIX secolo.
Ha osservato il Rota, e vi è parecchio di vero, mi sembra, in questa osservazione, che sotto un certo riguardo il giansenismo è stato la prima setta in Italia e che la sua fecondità storica risiede proprio in questo, che attraverso di esso si andò per la prima volta elaborando quello spirito di associazione, di corporativismo politico, di sacrificio per un'idealità finale, in coi doveva consistere la maggior forza della borghesia nella fase della sua lotta nazionale. *) Se non la prima in senso assoluto (basti pensare alla con­temporanea diffusione della massoneria), certo fra le primissime; ma sotto la pressione della Rivoluzione francese, dei nuovi problemi, dei nuovi ideali delle nuove lotte ohe da esse scaturirono, anche la prima, sostan-
i) E, BOTA, Giuseppe Poggi, cit,, p. 41.