Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOGRAFIA ; SPAGNA ; STORIOGRAFIA
anno <1962>   pagina <626>
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626 Franco Meregalli
limiti più ristretti, per coltivare uuo di quei Grenzgebiete che altrimenti rischiano d'essere ignorati dagli uni e dagli altri, con pregiudizio eia delle singole disci­pline, sia della necessaria osmosi di nozioni, di metodi e di interessi, senza la quale il sapere si frammenterebbe e perderebbe il suo respiro umano.
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Nella bibliografia dei viaggi in Italia i Francesi occupano naturalmente il primo posto, vi hanno larga parte poscia gli Inglesi e i Tedeschi, scarsa invece e poco nota gli Spagnoli, affermava molti anni fa Vittorio Cian. *) L'afferma­zione potrebbe servire da epigrafe a questo studio, colTavvertenza, tuttavia, che, benché sia vero, in generale, che la letteratura spagnola è relativamente povera di libri di viaggi, gli scritti spagnoli sull'Italia sono ancor più poco noti che scarsi . Non vedo, ad esempio, citato alcuno scritto spagnolo dai manuali che elencano i libri stranieri riferenti viaggi in Italia verso la fine del Settecento* ma ne esistono per lo meno due, ed importanti: le Carlos familiares di Juan Àndrés 2) e il Viaje de Italia di Leandro Fernàndez de Moratin: opere, del resto, relativamente poco note nella stessa Spagna.
Ai fini della documentazione delle condizioni politiche, sociali ed economi­che dell'Italia neU'imminenza .della Rivoluzione e dell'invasione francese, i cinque volumi delle lettere di Juan Àndrés hanno un interesse modesto. Andrés, exgesuita, viveva in Italia dal 1767, e da molti anni risiedeva a Mantova, dalla quale, di quando in quando, intraprendeva viaggi in Italia e all'estero, dove il suo nome stava divenendo celebre per l'opera Dell''origine, progressi e stato attualo d'ogni letteratura, pubblicata dal Bodoni, e poi ristampata più volte e tradotta in spagnolo, in francese e in tedesco. Dei viaggi fatti dà relazione al fratello, onde il nome di Cartas familiares: i primi due volumi riguardano un viaggio del 1786 a Ferrara, Bologna, Firenze, Roma e Napoli; il terzo uno del 1788 a Venezia, Padova, Vicenza e Verona; gli ultimi, uno del 1791 a Parma, Milano, Torino e Genova. L'interesse prevalente dell'Andrés è un'erudizione curiosa ed enciclope­dica, animata da una preoccupazione didattica e morale, alla quale non era estra­nea la condizione di ecclesiastico cui rimaneva fedele. Per questa ragione le sue notizie ed osservazioni sulle università ed altri centri d'istruzione3) sono ancora vive La situazione politica e sociale invece gli sfuggiva, e d'altra parte il suo stato di ospite dell'Italia, dove probabilmente pensava, come in realtà avvenne, di finire i suoi giorni, gli doveva consigliare di evitare valutazioni che sarebbero potute divenire pericolose. Restano tuttavia notevoli certe impressioni d'insieme (per esempio sullo splendore della vita di Milano, che tiene mas aire de esplén-dida corte, qne de capital de una gran provincia ) o le osservazioni sulla scarsità d'una vita letteraria, cioè culturale, a Genova, o la deplorazione delle allora celebri discussioni dei teologi pavesi Zola e Tamburini.
I1) La Torino del tempo perduto nelle retano/ni d'alcuni viaggiatori italiani e stranieri, in Nuova antologia, 16 seUenibro 1898, p. 299.
2) T. I* Madrid, 1791, pp. 271; t. Il, Madrid, 1791, pp. 272; i. Ili, Madrid, 1790, pp. 272, t. IV, Madrid, 1793, pp. 248; i. V, Madrid, 1793, pp. 247.
3) Cfe, A. Lo VASTO, Le biblioteche d'Italia nella seconda metà del sec. XVIH; Dalle Cartas familiares dell'abate Juan Andre** Milano, 1949 (non visto).