Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOGRAFIA ; SPAGNA ; STORIOGRAFIA
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1962
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635
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12 Risorgimento negli scrittori spagnoli 635
Benché alieno da una vera simpatia per il popolo e scettico circa le sue capacita* comprende che il dispotismo più o meno illuminato di Ferdinando non può significare l'avvenire; perciò nel 1860 prese posizione a favore del movimento italiano guidato dal Piemonte, in uno scritto. De la revolution en Italia,2) in cui si riflette anche l'esperienza diretta della póma gioventù.
Più impegnato e più maturo è il giudizio che della situazione italiana dà Joaqutn Pacheco, in un suo volume che, pubblicato nel 1837,s) restò, a quanto sembra, senza eco, e comunque non fu più ristampato. Paeheco era un giurista e uomo politico; fu anche, per pochi mesi, primo ministro della regina Isabella II, e per due volte suo ambasciatore a Roma, nel 1847 e nel 1855. A Roma, nel 1846, ebbe come collega Pellegrino Rossi, allora ambasciatore di Luigi Filippo, e ne subì l'influsso. Non ci è possibile qui approfondire questo rapporto; ma è chiaro che lo studio di esso sarebbe fondamentale per la comprensione della personalità dimenticata, ma non trascurabile, del Pacheco, e anche della visione dei problemi italiani da lui espressa nel volume Italia.
Pacheco scrive a distanza di tempo, e punta sulla riflessione storica e sul giudizio di cose artistiche, più che sulle impressioni del momento: cosa che non può meravigliare, data la sua indole; e nella riflessione dimostra un singolare equilibrio ed acume.
Leggendo, ci si accorge quanto unilaterale e talora superficiale sia la posterità nel consacrare o nel rifiutare le fame, e come essa talora lasci cadere proprio ciò di cui ha più bisogno, perchè è più lontano dai suoi abiti mentali. Non credo-che precisamente la Spagna possa permettersi di trascurare i prosatori riflessivi quelli che pensano piuttosto ai problemi di fondo che alla brillante letteratura. Eppure nel dimenticato Ottocento essa potrebbe talora attingere delle lezioni di saggezza, inducenti non a una morta accettazione della realtà, ma a una sua cauta eppure coraggiosa riforma.
Pacheco dimostra subito di aver capito ciò che nel 1855 poteva essere chiaro-solo a spiriti attenti: che l'accettazione d'un regime costituzionale costituiva l'elemento decisivo per fare dello Stato sardo il nucleo della riscossa italiana. Egli nota che Genova, che nel 1847 gli era apparsa insofferente della dipendenza da Torino, ha cambiato atteggiamento : Por una parte, Genova comprende sus intercses mercantues, y se ve con satisfacción el gran puerto de un estado pròspero; por otra, las aspiraciones a una nacionalidad mayor, italiana o norte italiana, ahogan los recuerdos de una existencia pequeSa y parcial, que se TCCO-noce va corno imposible . A tale trasformazione ha contribuito, naturalmente* la ferrovia: le recenti opere ferroviarie che superano gli Appennini, tra Genova e Arquata, appaiono a Pacheco come una de las mas espléndidas coronas
*) Op. eit. t. II, pp. 1694 sg. Valere accetta senz'altro anche la spogliazione dèi Borboni di Parma, pur protetti da Isabella II. Dal 1731, egli nota, il ducato di Parma ha sido vendido, cedido y carabiado mas veces mio cualquicr predio rùstico o urbano , Bieche non è strano che finalmente tengan voto los pannosanos en la ecsión de si mismos. Scritto all'inizio della spedizione di Garibaldi in Sicilia, il lavoro di Valere costituisce una sostanziale giustificazione della rivoluzione italiana, anche per guanto riguarda il potere temporale del papa. Esso dimostra la preoccupazione d'un ulteriore intervento austriaco, ma anche la disposizione ad accettare la totale unificazione: in caso di successo e hasta los que ahora Human a Garibaldi Capitan de bandaio le Ihimarfan enlouces general Austro .
a) Italia* ensoya deacrlptivo, artistico y politico, Madrid, 1657.