Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOGRAFIA ; SPAGNA ; STORIOGRAFIA
anno <1962>   pagina <636>
immagine non disponibile

636
Franto Merugulli
della moderna industria: la distanza tra Genova e Torino è ridotta a poco più di quattro ore di treno. Lo ferrovie e lo spirito liberale saranno, secondo lui, i mezzi con cui l'Italia potrà giungere alla unificazione o a un certo grado di uni-ficazione perchè con le ferrovie e la libertà l'Italia supererà lo spirito municipale, che sembra a Pacheco un ostacolo forse maggiore, per l'unificazione italiana, che non l'Austria. Gli sembra che le differenze tra le diverse popolazioni siano troppo forti perchè la totale unificazione aia già possibile. Rcchaza nuestra mente un Rcy de Tu ria o de Milan que mande en Nàpolcs; un Re y de Nàpoles que domine en el Piamonte o en el territorio vencciano. En cuanto a la capitalidad de Roma, parécenos una ilusión pura, una tradición de ciliegio . D'altra parte, asi corno sin negarla (i quién niega boy nada en està Europa?) no juzgamos factibie la completa unificación de Italia, creemos, si, que lo cs la aglomeración de varios Estados de aquel Pais. I piccoli ducati (in uno dei quali pure regna una fami­glia Borbone, parente della regina a cui Pacheco dedica il suo libro) gli paiono restos tan sólo de la politica fcudal o familiar de otras edades, inconcebibles o sin razón en la politica del siglo presente ; quanto ai domini italiani dell'Au­stria tutto va preparando l'unificazione di essi y de algo mas que esos (allu­sione diplomatica, ma trasparente, alla sorte delle Legazioni) al Piemonte: y siendo asi, dificil ha de ser que no ocurra algo, en algun dia, que la deter­mine y efeetùe .
A me pare che le considerazioni del Pacheco siano particolarmente sagaci, perfino quando sono state smentite dai fatti; in effetti, le differenze tra le varie popolazioni italiane erano assai più profonde di quanto non si solesse ammettere in quegli anni dai patrioti italiani; ed esse appunto sono una ragione delle difii-coltà che trovò l'Italia nel suo sviluppo unitario. Pacheco era un osservatore distaccato delle cose italiane, e questo distacco rendeva più schietta la sua medi­tazione. Egli stesso esprime ciò in una frase, che in diversa misura possiamo ap­plicare a tutti gli scrittori che qui studiamo: hablando sin intereses, corno sin pasioncs, no bay inconveniente en declarar por completo nuestra idea .
L'afférmazione di Pacheco più recisamente smentita dai fatti riguarda l'improbabilità d'una Roma capitale. Nel suo scetticismo a questo proposito dovettero influire, senza dubbio, da una parte le posizioni di Pellegrino Rossi, dall'altra l'idea allora comunissima che in una Roma capitale d'Italia il Papa sarebbe decaduto a gran cappellano del re d'Italia; e infine la considerazione della popolazione romana del tempo. L'aspetto di questa gli appare bosco, sucio y dcsagradable. Paiecc que os hall àia a mil leguas de Turin y aùn de Florencia . El romano, a mas de polire, es abandonado y perezoso de suyo . Il commercio è languente; i negozi modesti: no digamos con Madrid ni con Barcelona; pero ni con Cadiz o con Sevilla, o con Màlaga, o con Valencia calie comparar a Roma baio este aspecto . In contrasto con tale situazione, centinaia di superbi palazzi é di chiese grandiose: cuatrocientas iglesias, quinientos palacios y diez mil miserarne* casuchas, de las cuales ni una sola decente, ni una sola limpia, ni una sola bianca .
Causa di questo stato di cose è, per Pacheco, il governo clericale: el gobier-no clerica! (cntiendase bìen que no decìmos la nionarquia pontificia) cs necesario y fondamentalmente malo . Occorrerebbe che il Sommo Pontefice, Sovrano di Roma, avesse un governo civile per le COBO temporali: e sto dice la razón, y esto es posible que lo muestren las edades venideras. Esc era también ci anhelo del desgraciado Pellegrino Rossi .