Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
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1919
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2B. Passamontì
Come non impazzire! Ora non vogliono restituire le armi, vogliono-riaperto il circolo politico; ieri un tale tornato in città ebbe fischi e ripartì subito ed ebber fischi coloro, ai quali venne la sciocca idea di riportare qualche fucile alla comune. Io non so a cbe tendano, a che pensino i capi del movimento : vedo muoversi molta gente per andarsene e null'altro. È cosa brutta il dovere o andarsene o mescolarsi con gente disonesta. Molti per amor di patria foranno questa sacrificio: per me me ne sento incapace*.1 Il 6 settembre, quando il Guerrazzi già da due giorni aveva fatto il suo ingresso in Livorno ed aveva, appena giunto, invitato il popolo ad aiutarlo a ristabilire l'ordine e la quiete2, la Palli scriveva all'amico fiorentino? Già l'emigrazione ha disertato la città di quasi tutta la classe facoltosa, già la banca ha sospeso con i suoi pagamenti: sono chiusi i fondachi, i banchi: le bastimenta (sic) cariche di grano arrivarono ieri e ripartirono subito, non volendo i negozianti raccomandatari accettare la mercanzia, mentre non'è più pubblica sicurezza.efr il commercio: la rovina è imminente!... Povera città, popolo delirante": il dolore succede al ribrezzo; errando per le campagne livornesi mi pare di trovarmi in Lombardia nei giorni della perdita e della emigra zione: incontro intere famiglie, che si trascinano verso qualche casolare, per trovarvi un ricovero: donne, vecchi, fanciulli: agli uomini è proibito di passare le porte. Così i Bresciani ritenevano gli uomini, Ma Brescia aspettava i Tedeschi : i Livornesi aspettano gente amica stretta a lei da sangue... I nostri mali provengono la maggior parte dalla ignoranza perfetta di ogni alto e delicato senso di onore. La fame comincia, turbe di plebe vanno, alle case e chiedono pane e denari: oh 1, dieci, o elodici giorni di commercio nullo, e Livorno è ridotto in terribile epidemia .8 Non v'è dubbio, che te lettere della signora Palli Bartolomei alterassero la realtà delle cose per ragioni facili ad intendersi; ma in ogni modo, come conferma di ciò che veniva da Livorno in Firenze, dovevano esse contribuire sia sul Ricasoli ed i suoi amici, sia su i sostenitori del Ministero per decidere gli uomini di Governo ad usare una buona volta l'energia necessaria, per far cessare definitivamente un siffatto stato di agitazione che, se era pernicioso per la Toscana, non era meno pericoloso per tutta l'Italia. E la stampa, che ispira vasi al barone Bettino ed ai sostenitori del liberalismo, spaventati dell'abisso che erasi aperto loro improvvisa-
' Archìvio lUmmtL
* Corriere Livornese, 173,5 settembre 1848 - QUESTIAZZIÌ Apologia op. cit. 85, SO.
* Archivio Ricanoli-Brolio.