Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA
anno <1962>   pagina <655>
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Convegno per una riforma degli studi storici 655
domenica hanno parlato i professori Andreotti, Barbieri* Bcudiscioli, De Martino, Diaz Firpo, Morghen, Nicolini, Paradisi, Pincherle, Pontieri, Ragionieri, Romeo, Venturi, Vigczzi, esponendo motivi prò o contro l'istituzione della nuova facoltà, questioni relative alla necessità di non diminuire la presenza di insegnamenti storici là dove si svolgono studi preminentemente letterari, filologici, giuridici, economici, ed esigenze derivanti dall'evoluzione della scuola media e della vita civile. Al termine, si è constatato che la proposta di istituire sic et simplìrìter una facoltà di scienze storiche non raccoglieva la maggioranza, e si è pertanto convenuto di esprimere le istanze fondamentali di aggiornamento, unificazione e potenziamento di questo settore dell'università in una forma tale da lasciare campo alla ulteriore definizione dell'ordinamento più appropriato.
Sulla base di una mozione Spini, integrata in alcuni punti a seguito degli interventi di Bendiscioli, Ghisalberti, Firpo, Martini, Morghen, Valiani, Venturi, è stata quindi approvata unanimemente una risoluzione finale, della quale riportiamo il testo completo:
Il Convegno intorno all'insegnamento universitario delle scienze storiche, riunitosi in Milano il 22-23 settembre 1962, con larga partecipazione di docenti di ogni università italiana;
riafferma unanime l'alto valore formativo delle discipline storiche nello sviluppo di una moderna coscienza civile e sociale;
constata, con rammarico, come tale funzione formativa non venga ade­guatamente assicurata dalle presenti strutture universitarie italiane, le quali non consentono né un organico e razionale sviluppo della ricerca scientifica nel campo storico, né l'assolvimento stesso di compiti di preparazione professionale come quello della formazione degli insegnamenti di storia, geografia ed educazione civica nelle scuole medie; esse creano infatti irrazionali e dannose comparti­mentazioni all'interno delle discipline storiche stesse, le quali ne compromettono la necessaria integrazione con le discipline geografiche e sociali e ne rendono unilaterale la collaborazione ora con le discipline filosofico-filologiche ed ora con quelle giuridiche ed economiche;
- ravvisa nella situazione anzidetta pericoli non lievi per il futuro delle discipline storiche nell'università italiana e carenze tali da incidere seriamente sullo sviluppo della società italiana e da avviare il nostro paese ad uno stato di inferiorità rispetto ad altri paesi moderni;
- ritiene pertanto necessario ed urgente lo studio di riforme strutturali universitarie profonde e tali da:
a) assicurare la necessaria autonomia all'insegnamento e alla ricerca scientifica delle discipline storiche rispetto a discipline affini ma tuttavia non identiche, quali le filosofico-letteràrie per un verso e le giuridico-economiohe per un altro:
b) garantire un organico collegamento fra l'insegnamento delle disci­pline storiche e quello delle altre scienze umane ad esso indispensabilmente connesse;