Rassegna storica del Risorgimento

ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
anno <1962>   pagina <668>
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Libri e periodici
Interessante hi contrapposizione di due concetti base nella costituzione degli eserciti, sbrigativamente denominati prussiano e francese, a larga Intelaiatura il primo con grande impiego di riservisti; piccolo e quasi tutto formato di gente di mestiere il secondo.
Il Piemonte aveva seguito il sistema prussiano, Ferdinando di Borbone si era ispirato a quello francese. Dopo le riforme di La Mormora, nej decennio dì raccoglimento, dal 1849 al '59, l'esercito sardo si accostò al modello francese; l'esercito napoletano accentuò le sue caratteristiche di esercito di caserma con spiccata accentuazione dinastica.
Il Pieri narra, con profonda analisi, le guerra di indipendenza, le illustra con chiarezza (e ottimi per evidenza di dimostrazione visiva schizzi e cartine), ne commenta con obbietti­vità le vicende. Di grande interesse quanto concerne la guerra di bande, il suo quasi f re-netico svilupparsi all'inizio e il progressivo imbrigliamento, dopo gli eventi del 1848-49, dolorosi e gloriosi a un tempo, e basterà ricordare la repubblica romana e la difesa di Vene­zia. Dieci anni dopo, i Cacciatoli delle Alpi sono già solidamente inquadrati nell'esercito sardo, ma intelligente libertà di manovra viene lasciata al condottiere e si confronti quanto Garibaldi riuscì a realizzare, lanciato oltre il fianco sinistro dei fra neo-sardi, con. quel che non seppe fare la colonna Trotti, in situazione per molti tratti anàloga, nel 1848. Garibaldi, nel 1859. attirando i patrioti della Lombardia, del Veneto, del Trentino dimostrò, altresì, all'Europa che la guerra era veramente di liberazione.
Quella del '59 fu ancora la bella guerra ; al suo termiuc l'esercito sardo cominciò a fagocitare gli altri piccoli eserciti italiani, sì da triplicarsi nel breve spazio di un anno; i reggimenti di fanteria, allora realmente nerbo degli eserciti, salirono da 20 a 60.
L'impresa di Sicilia fu quasi una logica conseguenza della guerra del '59, poiché il movimento uni tario, prese l'avvio, si estese, dilagò, diede consistenza al verbo mazziniano, che era penetrato nella coscienza, se non delle masse, di gran parte del ceto medio, pur se il dilemma repubblica-monarchia divideva sempre gli animi.
La liberazione del Mezzogiorno e la discesa dell'esercito ormai italiano di fatto se non ancora di nome nel Napoletano suscitarono altri problemi, ma l'Italia era fat­ta , pur se ancora mancavano Venezia e Roma. La liquidazione dell'esercito borbonico e l'assorbimento, che fu anch'esso una liquidazione, dell'esercito meridionale, si svolsero fra difficoltà grandissime e non sempre le soluzioni adottate apparvero soddisfacenti. Ma erano tempi infuocati e, più accaniti dei generali piemontesi, verso i volontari, si mani­festarono generali provenienti dalla rivoluzione, come Fanti e Cialdini.
La terza guerra d'indipendenza, nel 1866, trovò l'esercito italiano ancora in grave crisi di crescenza e principalmente mancò un efficiente alto comando.
H libro di Pieri si chiude con Mentana e mette in evidenza l'ultimo vano, sforzo di ri­scattare Roma con azione rivoluzionaria, in una situazione politica avversa e con uno spi­rito rivoluzionario in declino, sia per l'ostilità del governo, sia perchè minato dal. dissidio fra elemento garibaldino ed elemento mazziniano.
È un'opera questa che è costata all'A. parecchi anni di studio, di ricerche, di lavoro, è soprattutto l'onesta opera di uno storico onesto e sagace; la sua mentalità, la sua ispira­zione fondamentalmente mazziniana traspaiono in modo manifesto, mai però fazioso ed k-dkrilevare come egli metta in giusta luco i meriti dei protagonisti, dei quattro grandi , al da far apparire vano bizantinismo l'interrogativo che qualcuno vorrebbe porre, chi sia, cioè, il più: grande. Vittorio Emanuele e Mazzini, Cavour e Garibaldi appaiono della stessa immensa statura, tutti e quattro necessari e indispensabili, e mi si consenta ancora mia espressione matematica, l'uno complementare degli altri. LUIGI MONDTNI
Testimoniarne americano sull'Italia del Risorgimento, a cura dì ELISABETH MANN BOR­GES* (Saggi di cultura contemporanea, 8); Milano, Edizioni di Comunità, 1961, in 8, pp. 343, tav. 7. L. 2000.
Opportuna e molto utile questa ontologia che raccoglie il punto di vista americano sul Risorgimento, curata da Elisabeth Mann Borgeso per i tipi di Comunità . Questo punto di vista viene in tal modo divulgato presso il lettore medio italiano che può cosi