Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
anno
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1962
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pagina
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679
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Libri e periodici 679
seppe, accolto dovunque con favore , sarebbe stata originata dalla delusione per gli sperati e non ottenuti sollievi e dai pesi imposti, invece, dalla occupazione militare. Questa prima insorgenza ebbe l'aspetto di un moto popolare e un'ispirazione politica chiaramente legittimistica. Dopo il 1809 degenerò in brigantaggio comune, pur conservando ancora qualche confusa ideologia reazionaria. Forse la distinzione tra i due momenti dell'insorgenza e in realtà meno netta, specie per quanto riguarda 11 favore popolare per la rivolta, che se trasmodò in feroce guerriglia, capeggiata da delinquenti comuni, pure potè continuare a contare sull'appoggio dei contadini e pretese di conservare il carattere di una lotta per la restaurazione dei- Borboni.
Altre notizie non meno utili e in gran parte del tutto nuove ci offre il C a proposito del riordinamento della magistratura, della diffusione dell'istruzione primaria, della tentata soluzione del problema della viabilità. Ma ci sembra di aver già dato larga dimostrazione dell'interesse, che presenta il volume e della tonta luce che ne viene, costituendo esso un primo completo studio della vita interna di una regione italiana durante il dominio napoleonico. Le osservazioni, che ci siamo permesse, e gli interrogativi avanzati su qualche problema particolare, non infirmano la validità sostanziale dell'opera, ma ne mostrano, se mai, la vastità del disegno storico, che non ha tralasciato nessuno dei problemi, che si potevano affrontare, e la complessità delle questioni, nella luce dell'esperienza politica generale.
Il volume, come si è già accennato, offre agli studiosi un apparato critico vastissimo, mai, però, esorbitante o non pertinente. Abbiamo detto delle statistiche riguardanti le vendite dei beni ecclesiastici e demaniali. .Richiamiamo ancora l'attenzione sulle diverse tabelle riguardanti l'economia e la finanza del paese, l'estensione delle coltivazioni e delle terre incolte, la consistenza del patrimonio zootecnico. Come pure di indubbia utilità sono gli elenchi dei componenti dei consigli provinciali e di altre amministrazioni locali, spesso accompagnate da minute e precise e, perciò, preziosissime note biografiche, quali non siamo ancora riusciti a mettere insieme, tanto per fare un esempio, neppure per i governanti della Roma di Napoleone. VITTORIO E. GIUNTETI
ANTONIO MORELLI, Michele Moretti e la rivoluzione napoletana del 1820-21; Bologna, Cappelli, 1961, in 8, pp. 232, con taw. L. 1.400.
Un discendente di Michele Morelli, l'iniziatore del moto napoletano del 1820, ha dedicato al suo illustre antenato questa piuttosto estesa monografia che unisce agli intenti celebrativi quelli critici.
La figura del Morelli viene posta al centro del moto napoletano e si cerca di dare ad essa un ruolo determinante nel quadro di quegli avvenimenti. Proposito che non può naturalmente essere realizzato: il Morelli e, in misura maggiore, il Silvati, furono come è noto, Borprovauzati ben presto da eventi la cui guida passò nelle mani di gente piò abile, più consumata, più spregiudicata, di guisa che entrambi furono respinti ai margini del moto. Dalle pagine di Antonio Morelli che sono chiare e scrìtte con eleganza emerge, però, indiscutibile, la fede e la purezza degli ideali dei due giovani sottotenenti e di tutta l'ala piò avanzata in senso democratico della Carboneria napoletana, di contro al contegno non sempre lineare ed a volto, addirittura ambiguo di uomini come il De Concilj e Guglielmo Pepe. Morelli e Silvati prendono subito posizione a favore dell'insurrezione e pongono con decisione l'istanza della Costituzione spagnola del *12 che, allora, era quanto di piò avanzato in senso democratico; pagheranno dì persona, unici a penzolare dalle forche, erette in Piazza del Mercato, il 12 settembre 1821; e Michele Morelli, coerente sino alla fine ai suoi principi, morirà da Ubero pensatore come era vissuto. Ecco il punto di vista dell'autore che, sotto questo profilo, raggiunge pienamente il suo scopo.
Antonio Morelli si serve della abbondante letteratura che esiste sull'argomento per addurre le prove di quanto afferma; non dice, di conseguenza, nulla di nuovo (1 tre documenti inediti da lui posti in fondo al volume non aggiungono altro contributo a ciò che sapevamo) ma puntualizza con successo l'attenzione del lettore sulla figura del- suo ante-