Rassegna storica del Risorgimento

ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
anno <1962>   pagina <689>
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Libri e periodici
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sarebbe dipeso il successo dell'intrapresa patriottica del Granduca, e cioè la creazione, anzitutto, di un partito liberale e conservatore, che in accordo con lui si adoprasse ad adottare senza restrizione alcuna le nuove istituzioni e a formare un governo atto a sop­primere l'invasione delle idee e delle passioni demagogiche, la cui azione malefica le avreb­be ben presto snaturate e perdute. E, secondariamente, il proposito di conservare con gli Stati vicini rapporti di buona intesa, d'inipedire che il proprio territorio divenisse un focolare di propaganda e di ostilità contro l'uno o l'altro Stato, ma, soprattutto, di evi­tare ogni Causa, ogni pretesto d'intervento straniero (e l'allusione è troppo evidente per richiamarvi sa l'attenzione) e ogni occasione di guerra. Ma quando ciò scriveva il Guizot già si andava organizzando a Firenze un partito moderato, anche se composto ancora di pochi elementi, però con una politica assai piò aperta e assai più audace di quella trac­ciata dal ministro francese. E il 2 luglio del '47 già aveva dato vita ad un giornale da un titolo significativo: La Patriot diretto da tre spiccate personalità toscane (il Salva-gnoli, il Ricuso!!, il Lambruschini). Sin dal primo numero (come c'informa il Ciampìni) faceva cenni abbastanza evidenti alla nazionalità italiana e alla necessità di convertire la nazione naturale italiana in nazione italiana politica , se non in forma unitaria, sia ben inteso, che i tempi, sovrattutto in Toscana, non erano ancora all'uopo maturi, per lo meno in una forma associativa, la quale avrebbe trasformato le sparse membra del territorio italiano in una compagine nazionale . E proclamava ai primi del '48 aperta­mente che solo nelle armi era hi salvezza d'Italia, talché quando il Piemonte iniziò le ostilità contro l'Austria il giornale fu tutto per la guerra, e incitava tutti gli Italiani ad unirsi al Piemonte, poiché* tutti i predoni che in qualche modo contrastavano all'Italia di riconquistare la sua indipendenza dovevano essere allontanati col ferro e col fuoco .
Il partito moderato, impersonato dai collaboratori de La Patria, rappresentava l'ala sinistra (la destra era capeggiata, ed era assai più numerosa, dal Ridoni, nominato ministro degli interni il 27 settembre del '47, il quale si converti all'unitarismo, e tra mille dubbi, tardivamente). Animato da una profonda fede cattolica, ma di un cattolicismo riformistico, non immune, checché si dica, da spunti giansenistici, non solo lottò assidua­mente e coraggiosamente contro il pericolo rosso e contro le esagerazioni della autorità temporale, ma ebbe di mira particolarmente di fondere la libertà civile con quella religiosa allo scopo di rinvigorire il carattere degli Italiani e di risvegliare in loro il sentimento di nazionalità, se non obliato, soffocato in tanti secoli di schiavitù. L'apporto da esso dato al nostro Risorgimento, più ragguardevole, forse, di quel che comunemente si afferma, merita, a parer mio, la piena ammirazione. MARINO CmxvEGNA
L'imitò d'Italia nette discussioni dei Parlamenti esteri {1859-1861), a cura di SILVIO FOR-liAHt, voi. I; Roma, Segretariato generale della Camera dei Deputati, 1962, in 8, pp. 276 con tav. S. p.
Si tratta di. un'iniziativa del più grande interesse, affidata alle solerti e sagaci cure di Silvio Furlani, studioso a ciò singolarmente indicato sia. per la sua vara padronanza delle lingue e delle consuetudini politiche straniere sia per il garbo distaccato e preciso dell'esposizione, lontana dal gergo tecnico, ma nutrita di fatti, di poche e sode riflessioni, in una trama essenziale ed efficacissima.
La parte del leone, in questo primo volume, viene ragionevolmente sostenuta da Westminster. La posizione polemica più accentuata ai danni dell'Italia è senza dubbio quella del Diameli. Non mancano, si intende, le proteste e le preoccupazioni temporali-ste dei deputati cattolici irlandesi: l'aspra campagna personalistica di Lord Normanby contro Palmerston si colora obiettivamente di venature fortemente ostili alla causa del-l'indipendenza italiana; la stessa sensibilità dinastica conservatrice de circoli di Corte si risolvo in una solidarietà accentuata con le fortune dell'Austria, che non può non signi­ficare freddezza ed ostilità nei confronti dell'Italia. In tatti questi casi* peraltro, l'elemento preponderante è estraneo ad una valutazione disinteressata o circoscritta del problcmu