Rassegna storica del Risorgimento

ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
anno <1962>   pagina <698>
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"98 Libri e periodici
il Bratteato dedica alla sua attività giornalistica, alle sue battaglie in difesa dell'Unita ed alle sue idee sociali.
È vero che, nel gennaio del 1861, egli parteggiò, dalle colonne de La Campana dalla Gancio, per il Comitato centralo elettorale di Sicilia, contro il moderato Comitato elettorale patriottico, presieduto dallo Stabile; ma anche dopo la sconfitta, elettorale e malgrado le molte critiche da liti stesso sollevate contro il governo, il Perroni Paladini non avrebbe mai voluto tuttavia che l'opposizione si spingesse per vie illegali; tanto meno avrebbe con­sentito ad una rivoluzione, che avrebbe potuto compromettere quell'unità che finalmente s'era conseguita dopo tanti sacrifici. Egli aveva grande fiducia nei mezzi costituzionali per correggere quanto vi poteva essere ancora di antidemocratico in Italia (pp. 52-3): accettava, pertanto, il programma Crispino di far capire al popolo che nella tranquillità sta la sua fortuna avvenire (p. 53).
Ma per questa via l'opposizione democratica al governo dei moderati spesso anche vigorosa giornalisticamente e ben decisa, nel '75, nell'accusa all'arbitrarietà intrin­seca nei provvedimenti eccezionali per la Sicilia rivelava hi sua vera debolezza, che non era quella di una semplice e generica mancanza di fiducia, da parte del popolo, nelle persone come pensava il Perroni Paladini (p. 62) ma la naturale conseguenza del­l'isolamento nel quale quegli uomini si eran posti mantenendosi, verso le forze popolari, in un atteggiaménto paternalistico ispirato, secondo l'espressione dello stesso Perroni Paladini, al principio che le classi infime abbandonate o presto o tardi diventerebbero un pericolo per tutti (p. 81). Così il Perroni Paladini si oppose pure al programma di chi, come il Badia, il Lo Presti, il Corteggiarli, tentava, invece, di dare una base popolare alla propria azione. Anche quando, nel dicembre del '93, scrivendo al Crìspi, accusava l'egoismo e l'ingordigia della borghesia e riconosceva che questa aveva conculcato, con la sua avarizia, i diritti degli operai e dei contadini, egli continuava a ritenere che fossero sufficienti dei semplici provvedimenti d'indole sociale (p. 88).
Su questo aspetto, ed in ispecie sulle idee sociali, avremmo voluto che il Brancate ai fosse fermato, non soltanto per cogliere un limite personale della figura del Perroni Paladini, ma per sottolineare più, esplicitamente quanto quel limite abbia di significativo per l'interpretazione del periodo storico in cui egli agì: la limpida struttura del profilo non manca, tuttavia, di suggerire le osservazioni fatte ed esso si affianca degnamente ai lavori maggiori dello storico siciliano. RENATO COMPOSTO
GAETANO FAKONE, Sicilia 1860 (Collana di studi sul Risorgimento italiano a cura del Comitato di Palermo dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2); Palermo, Flaccovio, 1962, in 8, pp. 290, tav. 12. L. 2000.
In questo volume Gaetano Falzone del quale non staremo a ricordare la maggiore sua opera sul*48 siciliano ha raccolto sedici scritti: saggi, articoli, relazioni congressuali, che in questi ultimi venti anni egli ha dedicato agli eventi siciliani fra il '49 ed il *60 e ad alcuni aspetti e figure caratteristiche di quegli eventi, come la partecipazione straniera, Giovanni Gorrao, Francesco Càspi.
Seguendo la cronologia dei fatti, la raccolta è stata ordinata in tre parti I presagi, L'astone, I commentari ; tuttavia, a chi conosca la cronologia della composizione dei singoli scritti, non può sfuggire l'aspetto, forse più interessante, che essi ci rivelano sotto tale profilo: il Falzone, che negli anni giovanili aveva molto sentito l'influsso del Merenda e del De Maria, indulgendo ad una concezione eticopolitica della storia, negli scritti pia recenti si rivela piò aperto ad affrontare l'analisi delle forze che concorsero alla solu­zione unitaria, incamminando!, COBÌ, per quella via che, pur non disconoscendo gli spiriti eroici ed i valori morali, evita, però, che si rimanga nel cerchio generico del culto delle memorie o che un Coxrap, visto soltanto entro l'antitesi siculi-continentali, rischi di diven­tare un eroe assurdo.
Il congresso di Parigi e i fatti di Sicilia è lo scrìtto nel quale ci pare che si concluda la prima impostazione. Ih esso, infatti,-; ai può leggete, a proposito della crisi del 49, che