Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
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1962
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703
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Libri e periodici 703
agivano cupidigie persona]] e fazioni astiose. Invece, negli anni dello prime esperienze unitarie, quelli del Cenni, erano gli antichi valori etici, rappresentati dallo Chiesa cattolica nel suo potere spirituale e temporale, a subire l'assalto sempre più impetuoso di uno Stato autoaffermantesi portatore di una sua elica, di una sua realtà. Se terremo presenti le basilari differenze tra questi due periodi di crisi, potremo cogliere le analogie tra due spiriti che, a distanza di quaranta anni, sentirono, in circostanze diverse, la stessa esigenza di riaffermare l'autorità su delle basi ben più solide di quelle rappresentate da una rigida ma fragile forza, risalendo agli stessi principi, quelli di un filosofo cui ambedue avevano attinto con lo stesso entusiasmo e da cui traevano conforto ed ispirazione per la soluzione dei problemi politici ed etici del loro tempo.
Anche per Capograssi, dunque, le fonti remote della crisi (op. cÌL, p. 331) che travaglia l'umanità, minando alle basi il principio della autorità della verità, stanno nel cogito cartesiano che attraverso le successive specificazioni di Spinoza e di Hohbes, ba trasformato, anzi eliminato, l'autorità dello Stato, perchè essa è divenuta nel pensiero moderno forza esteriore che ha preso la forma dell'universale (id. p. 321). I limiti di una recensione non ci consentono di andare oltre questi rapidi e certo incompleti accenni che in fondo testimoniano come, ancora nel nostro secolo, l'eredità di una cultura che a prima vista può sembrare invecchiata, possa trovare vitalità nella moderna elaborazione di Capograssi, sia pur arricchita delle esperienze idealistiche.
La definizione del significato del neognelfismo meridionale trova il Tessitore ed il Lopez sostanzialmente concordi nel sottolineare il contributo dato da questa corrente di pensiero al processo di chiarificazione e di pacificazione della coscienza politico-religiosa italiana (Lopez, p. 187).
Sta, perà, a merito del Tessitore l'aver nettamente distinto l'azione politica del neoguelfisnio, o dei cattolici non clericali come amavano autodefinirsi, da quella della intransigente Opera dei Congressi che, forte del non expedit e del Sillabo, non perdeva occasione per mettere in evidenza l'inconciliabilità delle timide avances politiche dei primi con le direttive papali. Sulle orme dello Spadolini e del Passerin, il Tessitore è dell'avviso che il neognelfismo da orientamento politico si trasformò, dal 1859, in orientamento ideale, in presa di coscienza di uno stato d'animo della pubblica opinione insoddisfatta dell'opera di governo successiva al 1860, con cui cadevano tante speranze, fino ad allora forse troppo fiduciosamente seguite (p. 51).
La Rivista Universale e poi la Rassegna Nazionale furono i portavoce di questo movimento di pensiero ed ospitarono spesso scritti del Persico e del Cenni. Il programma di questi periodici era quello di una netta opposizione ad ogni pensiero positivistico o genericamente materialistico (...) una vera e propria battaglia per la edificazione di un rinnovato spiritualismo ed idealismo con cui pptere accordare i motivi tradizionali della speculazione italiana e le filosofie del Gioberti e del Rosmini (Tessitore, p. 52). Attaccati sia dai liberali come dai cattolici intransigenti dell'Opera dei Congressi, i nostri cattolici non clericali si trovarono, ad ogni loro tentativo di impostare una politica a respiro nazionale, di fronte a gravissime difficoltà di ordine morale e religioso; il che, dice Lopez, giova a far risaltare ancora di più la loro lotta, particolarmente dura, poiché molte furono le ansie, le crisi di coscienza, riprovazioni, accuse di ogni genere che dovettero affrontare per sostenere ciò in cui avevano fede (p. 187). Non siamo invece d'accordo con il Lopez quando crede di rilevare i lati positivi dell'azione degli intransigenti, sostenendo che la fede con cui lottarono contro lo Stato anticlericale, affrontando rischi e pericoli, la loro costanza nell'opera di proselitismo ed infine la devozione incondizionata allo volontà del Pontefice* diedero alla Chiesa, in Italia, negli anni avvenire, una forza spirituale che prima non aveva avuto (p. 187); riteniamo, invece, che la sola funzione positiva dell'intransi-gentismo cattolico e del non oxpndit, sia rispetto alla Chiesa, sia rispetto alla nuova compagine statale unitaria, fu quella, certo inconsapevole, di impedire la partecipazione alla vita politica italiana ad elementi politicamente retrivi ed incapaci di guardare con serenità le nuove esigenze spirituali e territoriali dello Stato italiano; In loro azione politica non avrebbe avuto altro esito che quello di portare un largo contributo di confusione nello