Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
anno
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1962
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pagina
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704
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704- Libri e periodici
assestamento, difficile e travagliato per se stesso, del nuovo Stato, nonché, probabilmente, quello di incoraggiare eventuali conati di potenze ultramontane ed illiberali diretti ad intervenire per scompaginare il nuovo stato di cose e ripristinare l'ancien regime; a parte il discredito, forse irreparabile, in cui sarebbero caduti i cattolici, senza distinzione, di fronte alla opinione pubblica italiana e straniera per una azione politica tanto antistorica e retriva. Riportiamo dallo stesso libro del Lopez le parole del capo riconosciuto dei cattolici intransigenti, D'Ondes Reggio, che accusava di confusione il programma dei cattolici transigenti, allora denominatisi conservatori J o respingeranno ciò ebe dallo Stato liberale è stato fatto alla Chiesa, alle sue istituzioni, ai suoi diritti ? Ma allora ben poco resterebbe loro da conservare 1 (p. 197). Ed ancora dallo stesso libro le convinzioni di Pio IX sull'avvenire dello Stato italiano dopo il 1870: ciò non pertanto l'inimico è là; questa rivoluzione bisogna pur combatterla in qualche modo (...) Io sono persuaso che cadrà per se stesso, si suiciderà con le sue stesse armi (p. 197).
È merito del Tessitore avere contribuito alla definizione del significato del neoguel-fismo meridionale mettendo a confronto questo movimento con l'hegelismo allora dominante nella cultura italiana e particolarmente a Napoli. Da una occasionale assonanza lo Stato e l'individuo sonò tutt'uuo, dice il Cenni, e lo Stato è l'individuo, per il De Mcis si rilevano divergenze di fondo; poiché, anche se il Cenni assieme allo Spaventa auspicava hi formazione di un partito veramente conservatore che, accanto ad uno veramente progressista , avrebbe dovuto dialettizzare la vita politica italiana eliminando la confusione ideologica provocata dal nascente trasformismo, tra i due gruppi non era possibile trovare alcun punto in comune da poter servire da base per una comune politica. I neoguelfi napoletani reagivano all'idea di derivazione hegeliana di uno Stato etico per se puro bene, semplice coscienza. Io assoluto, forma assoluta (DE MEIS-FIORENTEVO, / problemi dello staio moderno, Bologna, 1947, p. 23) ed affermavano, di contro, una limitazione del senso dello Stato come ente che non può intromettersi nei fini universali dei singoli, che non può violare il santuario in cui ciascuno è solo con hi propria coscienza (Tessitore, p. 96), senza purtuttavia giungere alla concezione di quello Stato neutro auspicato da qualche esponente della Sinistro. Senza addentrarci nella discussione di problemi che ci porterebbero lontani dal nostro compito, ci limitiamo ad osservare, col Tessitore, come il linguaggio dello Spaventa, poiché portatore dei valori della filosofia moderna di fronte olla quale il Cenni si chiudeva in una critica di invecchiato sapore giobertiano (p. 106), è senza dubbio più. moderno che non quello dei neoguelfi napoletani, anche se, e ciò l'abbiamo rilevato poco sopra, nelle pagine ingiallite del Persico o del Cenni si afferma un motivo che non va lasciato cadere (p. 106).
Gli scritti del Lopez e del Tessitore rappresentano due notevoli contributi, sia pur con diversa impostazione, allo studio e alla chiarificazione di quei movimenti ideologici e culturali che furono di scena durante i travagliati pruni decenni della vita unitaria italiana. Ci sembra però che il Lopez si sia lasciato un po' troppo prendere da preoccupazioni di carattere dogmatico a scapito, naturalmente, del rispetto per l'obbiettività storica e della validità scientifica del suo lavoro. Riteniamo, pertanto, nonostante gli innegabili meriti della sua ricerca, ricca di informazioni ed utilissima per chiunque voglia tendersi conto della vita e dei problemi della società meridionale dopo l'Unità, che non sia riuscito a tenere una chiara linea di pensiero, preoccupato di riconoscere l'ineluttabilità storica del processo unitario italiano e nello stesso tempo di rivalutare l'azione politica ed il pensiero di quei cattolici intransigenti, troppo convinti della attualità di un potere temporale ormai irrimediabilmente superato sia sul piano delle idee, sia su quello dei fatti, per poter dare quel contributo alla ricostruzione morale d'Italia su cui il Lopez tanto insiste.
La prospettiva del Tessitore è più limpida. Il suo libro, con due interessanti appendici, la prima sulla Tradizione vicinano e dolio-Storicismo giuridico dell'Ottocento napoletano e la seconda contenente Un manipolo di lettori* per lo più di Luigi Dragonetti e di Federigo