Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <102>
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102 M. PassamonU
tuto conseguire ciò che necessitava agli uni ed agli altri, questi era il Guerrazzi. Non abbiamo ancora i dati sufficienti per ritenere, che egli fosse stato causa princpale della rivoluzione, quantunque ciò, che fece e scrisse, allorquando si trattò nell'ottobre 1848 di abbattere il ministero Capponi, e quanto aveva compiuto nel gennaio dello stesso anno, sarebbero prove più che sufficienti per trasformare l'ipotesi in realtà.-1 La Potoria lo aveva sospettato : e, servendosi di ciò che il Guer­razzi aveva detto alle Gamere il 30 agosto 1848 su i moti livornesi avvenuti due giorni prima, lo aveva accusato di falsificare la verità favorendo la ribellione contro gli ordini costituiti.2 Ma, qualunque cosa si fosse, è certo che il predominio politico e morale del Guerrazzi su' Livorno era tale, che egli avrebbe potuto arrestare, fin dai primi momenti, la rivolta e restituire la calma alla città ed al paese. Ne poteva dare certezza anche il fatto che, chiamato ad ufficio sì impor­tante, avrebbe potuto servirsene, qualora fosse riuscito nell'intento 'di entrare a far parte del consiglio dei ministri : e noi abbiamo ve­duto, come egli ambisse a conseguire tanto onore. Ma per ciò non do­vevasi attendere, che involtosi prendessero ardire maggiore, né usare di altri uomini politici, ricorrendo, ridotto che fosse il governo agli estremi, al Guerrazzi: non lo si doveva per due ragioni: prima per non esacerbarlo con il preporgli persone a lui inferiori, obbedendo all'antipatia ed all'opposizione : seconda, per non renderlo, una volta di più, consapevole della propria potenza. Ed a facilitare il compito al Capponi erasi offerto spontaneamente il Guerrazzi.
Neil'Apologia, più e più volte, egli ricorda la sua intenzione, che manifestò, appena giunsero in Firenze le nuove della rivolu­zione livornese, e non ne risparmia il rimprovero al ministro, per non avere usato di lui quando erasi ancora in tempo : nelle lettere, che in quei giorni mandò all'amico ed al presidente del gabinetto, non cessò una volta dal dichiararglisi pronto in tutto e per tutto a difendere lo
1 SEOBZA, Giovanni La Cecilia e F. J)i'0nerrasei, mJRrsorg. Italiano, anno I,
1908, fase. 5-6, pp. 924, 925.
a La Patria, H, 62, Si agosto 1848. Contro questo articolo oh poteva dan­neggiarlo enormemente quando sembravagli esser giunto il momento di conseguire il potere, li Guerrazsà rispose violentemente nel Corriere 'Lioormse il giorno dopo. IÌOparole dell'organo delBleasoli erano commentato cosi: artìcolo della Patria del 31 agosto resterà come monumento delie perfide inslnuasrioni di uomini che vor-tèbeero 'afe soldati di Carlo- V per far crederò al domma ministeriale col ferro e- col fuoco... I fiacchi, i codardi soltanto hanno il cuore chiuso ad ogni nobile sen-tunento e, perehò erodono disporre della forza altrui, gridano: forza forza . Corriere Livornese, 170, 1 settembre 1848.