Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MUSEI ; GIOVAGNOLI RAFFAELO
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1962
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Vita deiristituto
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he non riusciva a realizzare nessuno dei punti, che sembrano essere stati alla base della sua azione. Sostanzialmente, Apsromontc va riguardato come un tentativo operato iti profondità per sganciare la nostra politica da ogni forma di paternalistica protezione francese e posto in una prospettiva in cui acquista risalto particolare non solo la Convenzione di settembre, ma anche la stessa Triplice Alleanza.
La comunicazione che segue del prof. Francesco Brancato, dell'Università di Palermo (Riflessi sociali in Sicilia dell'impresa ài Aspromonte) esamina le condizioni particolari dell'Isola nel periodo che precedette l'impresa, che non segna soltanto un momento dell'attività del Partito d'Azione, inteso a dare compimento all'Unità nazionale con una soluzione rapida ed indipendente dalle vie diplomatiche, ma anche hi prima forte esplosione, dopo l'Unità, dell'insofferenza delle popolazioni dell'isola, insofferenza dovuta all'atteggiamento assunto dal Governo di Torino nei riguardi della Sicilia-.
Con H Ministro di Aspromonte: Urbano Rattaszi l'on. Livio Pivano, presidente del Comitato di Alessandria, ripropone all'attenzione degli studiosi la figura di uno dei protagonisti del dramma di Apromonte nella speranza di poter giungere ad una sua rivalutazione.
Il prof. Gaetano Falzone, dell'Università di Palermo, con la sua comunicazione, Antistoricità di Aspromonte, conclude i lavori della prima sessione. Egli pone l'accento sulla difficoltà in cui ci si trova ancora oggi di renderci conto della logica di quell'episodio che va sotto il nome di Apromonte, perchè non poteva Garibaldi stesso ignorare dopo il proclama del 3 agosto di non avere possibilità di riuscire .
Molti e spesso felici interventi hanno colorito le discussioni, che hanno seguito alcune comunicazioni e troppo lungo sarebbe e fatica improba per il povero cronista ricordarli tutti. Di uno, però, vogliamo dar conto per il contributo documentario che il suo autore il prof. Mariano Gabriele, dell'Università di Soma ha portato nel vivo della discussione. Il Gabriele* infatti, prendendo spunto dalla comunicazione deU'on. Pivano, si è soffermato a chiarire l'atteggiamento ambiguo del Persane illustrando anche, rapidamente, il comportamento della Marina nel corso della crisi e le difficoltà in cui. si vennero a trovare i comandanti di alcune unità navali, rimasti privi di direttive precise ed inequivocabili.
Il giorno 27 i lavori del Convegno sono stati ripresi per tempo e la sessione si è svolta sotto la presidenza dal Segretario Generale dell'Istituto (segretario il prof. Giuseppe Scicliilone). Il prof. Romualdo Giuffrida, direttore dell'Archivio di Stato di Trapani, con la sua comunicazione Problemi delV unificazione italiana in alcune lettere inedite di Giovanni Raffaele a Francesco Crispi 1862-1864 ha portato a conoscenza degli studiosi una fonte documentaria inedita, atta a fare comprendere in che termini il leader dei
regionisti siciliani intendesse che fossero impostati e risolti alcuni dei fondamentali
problemi dell'Unificazione italiana: Autonomia regionale, Roma, Venezia, politica estera nei riguardi della Francia e del Papato .
Su Decentramento ed autonomia in Sicilia negli anni 18611862 ha parlato subito dopo il prof. Tommaso Mirabella, dell'Università di Palermo. L'A. muove da una distinzione tra sentimento dell'autonomia e realtà dell'autonomia stessa e considera la crisi avutasi nel '62 tu Sicilia come il rivelarsi di uno spirito dì ribellione, che è manifestazione prima di un sentimento indomito dell'autonomia. Autonomia e decentramento vengono posti come due estremi di un vasto panorama politico, in cui ai muovono tendenze gruppi politici diversi.
Alla comunicazione del Mirabella segue quella del prof. Vittorio Frosini, dell'Università di Catania (Gli invìi della a questione meridionale), che illustra come già nel periodo immediatamente successivo all'uni ficazionc si delineasse il problema della differenza esistente tra l'Italia del Nord e le regioni meridionali. Con le Prime lettere meridionali pubblicate da Pasquale VHIari su La Perseverano nel settembre-ottobre 1861 aveva praticamente inizio la polemica meridionalistica, e da esse l'A. muove per. differenziare le conclusioni attuali dalle posizioni dei meridionalisti di un secolo fa.