Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <104>
immagine non disponibile

104
2E. Passamonti
anche, non erasi mai diminuita nel suo animo la convinzione, che il Guerrazzi rappresentasse un pericolo per il principio moderato e per il liberale, e che non fosse quindi l'uomo adatto a contribuire in ma­niera efficace al risorgimento italiano. Convincimento profondo dei Capponi nell'epoca, della quale ci veniamo occupando,. eira, che una politica, che non fosse temperatissima, che non si accostasse ad uno schietto moderatismo, che non. rifuggisse dalle avventure, dovevasi impedire in tutti i modi possibili. Altro è esaminare, se egli si acco­stasse alla verità nel concepire, nella maniera che abbiamo veduto,. la situazione della Toscana e nell'in tendere la condotta da seguire per raggiungere lo scopo: altro è il riconoscere ciò che pensasse e si proponesse di fare, al fine di valutare compiutamente i rapporti, che dovevano di necessità esistere tra lui ed il Guerrazzi nella fine del­l'agosto del 1848.
E, quali fossero le idee del romanziere livornese, non era un mi­stero per alcuno. Sia nell'epoca della guerra lombarda, sia dopo l'ar­mistizio Salasco il nostro agitatore non aveva cessato una volta sola dal sostenere la necessità imprescindibile di una lotta continua ed implacabile contro il nemico della patria e dal proclamare vergogna ogni tregua o patto con esso. Se non avesse palesato precedentemente il suo pensiero, sarebbe bastato a farlo intendere ciò che aveva detto il 7 agosto 1848 al Circolo Politico Livornese.1 Quando si consideri che siffatto modo di pensare era proprio di tutti i democratici ed i repubblicani d'Italia, i quali ne facevano arma poderosa contro i Gabinetti chiamati al potere dopo la rovina della campagna lom­barda; quando si tenga a mente, che il popolo livornese, nel presen­tare i patti di sottomissione al Governo, poneva eOJidizioUe sine qua non la guerra ; quando si ricordi anche il rapporto, che intercedeva fra il moto livornese ed il partito della rivoluzione della penisola, comprendiamo quale valore assumesse di fronte al Capponi l'opinione del Guerrazzi riguardo al problema di affidargli una potestà civile e militare. Ma, quel che più preoccupava, era la condotta del Guer­razzi di fronte alla politica interna: egli, in ogni luogo ed in ogni tempo, aveva affermato i suoi principi democratici augurando ehe> giunto un giorno al potere* "Él popolo: avesse goduto di una libertà ampia e sicura. Questi concetti politici, che nei tempi nostri costi­tuiscono la base della vita sociale, non potevano non destar sospetti e suscitar reazione negli uomini che, posti a capo della cosa pub­blica, non elevandosi a concezioni ardite, per le quali le sottigliezze
1 GUERRAZZI, Opere politiche, op. ett* 399, 400.