Rassegna storica del Risorgimento

1914 ; SAN GIULIANO, ANTONIO PATERN? CASTELLO DI
anno <1963>   pagina <4>
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Walter Maturi
marchese di San Giuliano fu spinto dagli eventi a rivelare un tratto essen­ziale della sua personalità di diplomatico, che nessuno prevedeva in lui.1 '
Ministro degli Affari Esteri, dal 31 marzo 1910 fino al 1914, San Giu­liano aveva dato tali e tante prove di lealismo alla Triplice Alleanza da vedere associato il suo nome in Italia e all'estero in modo che sembrava indissolubile a quel sistema di alleanza. Se egli fosse morto prima della crisi del 1914, quindi, sarebbe passato alla storia come uno di quei diplo­matici, che nel secolo XVIII si chiamavano Diplomates à système, cioè legati a un determinato sistema di alleanze.
Ma la crisi del 1914 rivelò in lui un diplomatico di ben diverso tipo. All'ambasciatore a Berlino, Bollati, che il 31 agosto 1914 si rifiutava di credere che egli potesse addossarsi la responsabilità d'una politica diame­tralmente opposta a quella da lui sempre seguita, San Giuliano aveva obbiettato che l'uomo politico deve saper sacrificare anche la reputazione per gli interessi vitali della patria . E all'onorevole Barzilai, che, con altri deputati interventisti, aveva cercato di persuaderlo ad abbandonare il ministero degli Affari Esteri perchè il suo nome sembrava al paese troppo legato alla Triplice Alleanza, aveva risposto: Tu non mi conosci, voi non mi conoscete. Quando si tratta dell'Italia, io non ho vincoli di sistemi o di dottrine, non ho pregiudizi né preconcetti, e per essa saprò fare tutto quanto ciascuno di voi saprebbe e potrebbe .
H rovesciamento delle alleanze in San Giuliano era facilitato dal fatto che il suo triplicismo non si basava sul sentimento o sulla comunanza di ideali politici con gli Imperi Centrali, ma sul calcolo del grado di forza che aveva quell'aggruppamento politico. In una lettera del 14 luglio 1914 al Bollati egli prevedeva che tra qualche anno vi sarebbe stato probabil­mente tale spostamento di forze a favore della Triplice Intesa che l'Italia avrebbe dovuto rivedere la sua posizione diplomatica.
Ciò che San Giuliano aveva previsto tra qualche anno, avvenne in­vece subito. Assassinato l'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, egli si prodigò nel dar consigli di moderazione a Vienna, a Berlino, a Pietro­burgo, a Belgrado, a Cettigne, mentre scriveva all'ambasciatore Bollati: Tutta la nostra politica deve mirare ad impedire un ingrandimento territoriale dell'Austria, cui non corrisponda un adeguato compenso terri­toriale in favor nostro. E in questo caso la difficoltà è aggravata per noi, come ho spiegato a Flotow (l'ambasciatore tedesco a Roma), dalla impos­sibilità nostra di appoggiare l'Austria, qualora essa presenti alla Serbia
1) SI riferisce all'articolo di Paolo Surinì, intitolato Crepuscolo di Sangiuliano, pub­blicato su La Stampa di Torino il 25 novembre 1954. la esso il Strini parlava, per l'appun­to, di crepuscolo fisico e dt crepuscolo politico .