Rassegna storica del Risorgimento
LIGURIA ; STORIOGRAFIA ; GENOVA
anno
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1963
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Danilo Veneruso
ravauo dì molto le possibilità militari e politiche della Repubblica: là dove spesso fallivano Stati ben più consistenti di quello genovese, non poteva sperare di lottate con successo la piccola Genova. L'uso delle bandiere estere, specialmente di quella francese, s'inserisce in un quadro più complesso, che trascende la stessa lotta contro i barbareschi: più che un espediente più o meno riuscito di tattica militare, esso costituisce testimonianza della sempre decrescente consistenza politico-sociale della Repubblica, specialmente se messa a confronto con l'iniziativa privata dei suoi mercanti che continuano a battere il Mediterraneo anche al di fuori della sfera politica dello Stato genovese, il quale non si può permettere di perdere navi e sostanze in una guerra da corsa, come non può rintuzzare con adeguate e permanenti misure militari l'attività dei barbareschi.
In questo articolo manca o è appena accennata la base archivistica, che invece costituisce il fondamento di studi paralleli che attualmente sono al centro degli interessi del Pastine, x) I rapporti tra Genova e le potenze del blocco ottomano durante il secolo XVUI sono soggetti a permanenti oscillazioni e alle difficoltà di trovare una soluzione a lungo termine che soddisfi le esigenze delle parti. Genova, Venezia e le altre minori potenze europee del traffico mediterraneo erano le più esposte al pericolo degli assalti barbareschi proprio perchè non possedevano l'efficenza statale idonea a tener lontani i pirati, i quali, dal canto loro, erano spinti irregolarmente sul mare dall'impossibilità di trovare altri sbocchi permanenti per la loro economia, ed erano portati perciò a premere sui più deboli elementi del mondo mediterraneo.
Frequenti e non sempre insinceri furono i tentativi esperiti da una parte o dall'altra per trovare un modus vivendi, ma sempre e sostanzialmente falliti per l'inconciliabilità dei rispettivi interessi. Le reggenze si mostrano disposte a garantire i traffici genovesi da ogni molestia purché ne ricevessero una grossa contropartita economica che Genova non era in ogni caso disposta a pagare, perchè troppo alto sarebbe divenuto allora il costo delle sue tradizionali imprese economiche. Acuti e pertinenti sono i giudizi del Pastine sui rapporti che all'interno del blocco musulmano condizionano la possibilità di una pace globale nel Mediterraneo.
Poiché la Porta, centro ideale dell'Impero, non era in realtà in grado di farsi intendere dalle tre reggenze, Genova sarebbe stata così costretta a concludere trattati diversi con ognuno di questi Stati dell'orbita ottomana: il grave costo di questi accordi costituiva la ragione principale delle ripulse genovesi. Uno studioso francese, il Boudard, 2> ha potuto ricostruire con le fonti francesi altri aspetti del grave contrasto tra Genova e i barbareschi e, in modo particolare, la richiesta di appoggio diplomatico, militare ed economico che ripetutamente Genova rivolge alla Francia con il duplice intento di provocare 11 castigo dei pirati da parte di una grande potenza e di ottenere, per i traffici genovesi, la protezione della bandiera francese.
') 0. PASTINE, Del commercio genovese in Levante nel primo Settecento, in Bollettino ligustico per la Moria e la cultura regionale, a. Vili (1956), un, 1-3, pp. 1-12; 0. PASTINE, Genova e Ut reggenze di Jiarberì-u nella pròna metà del Settecento, in Quaderni ligustici, n. 97, pp. 125-155, . d. ma 1960; 0. PASTINE, Genova e il Marocco nella prima metà del Settecento, in Bollettino ligustico per la storia e la cultura regionale, a. XII (1960), un. 1-2, pp. 51-77.
2) R. BotroABD, Génois et Ics barharesques dona la deuxiimo moitié du XVIIle siede, in Bonue d'histoire diplomatique, a. 74 (I960), n, 2, pp. 138-156.