Rassegna storica del Risorgimento

LIGURIA ; STORIOGRAFIA ; GENOVA
anno <1963>   pagina <49>
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Genova e la Liguria dal 1700 al 1815 49
a questa nutrita massa di studi su giansenisti, gì iirisdizionalisti e anticurialisti della Liguria è stato dato dai tre grossi volami del carteggio dei giansenisti liguri, curato dal Codignola.1) Le origini del giansenismo genovese sono poste nell'am­biente romano del Norie, del Marefoschi e del Bottari e sono considerate in stretta connessione con il generale rinnovamento culturale italiano mediante un legame else non è costituito da derivazioni concrete o storicamente rappresentabili, che, anzi, materialmente vi è divergenza tra le principali tendenze dell'Illumi­nismo in vario modo deista o anticlericale e la concezione giansenistica che si richiama alle più lontane tradizioni teologiche medioevali. L'interiore affinità tra la cultura dell'epoca e la spiritualità giansenista si trova, secondo il Codi­gnola, in mille convergenze di gusti, di giudizi, di polemiche e, soprattutto, nell'intransigente difesa della libertà di giudizio e della indipendenza della co­scienza. Secondo il Codignola il pontificato di Pio VI dà vita ad una svolta poli­tica ecclesiastica e religiosa della Santa Sede, la quale abbandona, per varie ra­gioni, la sostanziale tolleranza di fronte alle dispute teologiche che si era pro­dotta in Europa e nella penisola italiana dopo le polemiche della Unigenitus, per condurre un'aspra repressione delle tesi giansenistiche e giurisdizionalistiche. L'azione di rottura cosi esercitata da Roma provoca uno spaccamento all'interno del movimento giansenista e di quello giurisdizionalista, ambedue rigorosamente fedeli alle proprie tradizioni agostiniane e all'avversione nei confronti del cen­tralismo romano: tra i non molti che continuano la lotta, il sanremese Martino Natali emerge per la sua attività di professore e di polemista nell'ambiente giurisdizionalista dell'Università di Pavia, per chiudersi, infine, in una sorta di sdegnoso isolamento di fronte a quelle che egli considerava debolezze e cedi menti davanti a Pio VL H Codignola, a conclusione di un prodigioso e meritorio lavoro di ricerca condotto in tempi difficilissimi presso archivi familiari, statali ed ecclesiastici di tutta Europa, ha raccolto in tre grossi volumi gli epistolari dei giansenisti nati nella regione ligure durante il secolo XVIII ed operanti in Liguria od altrove tra il 1760 e il 1830. Una minuta e informa rissima prefazione mette ordine e punti di riferimento all'immenso materiale. Oggetto dell'interesse del Codignola sono i teologi e i religiosi, che accettano la posizione del Gian-senio: lo stesso A., così attento a coglierei motivi di differenza nelle varie correnti spirituali e religiose nella Genova del Settecento, è il primo a riconoscere come non tutti i giansenisti , specie del periodo rivoluzionario e napoleonico, siano schietti discepoli di Portoreale (p. CXIX): la rivoluzione e l'ostilità di Pio VI modificano sensibilmente l'atteggiamento degli eredi spirituali di Giansenio, nei quali la volontà politica di riforme delle istituzioni ecclesiastiche mediante intervento dello Stato prevale ormai sulle tradizionali esigenze di perfezionamento interiore, individuale e collettivo. II Codignola spinge la sua analisi fino ai primi decenni dell'Ottocento, nei quali si mostra più. evidente l'importanza nazionale ed europea degli ultimi esponenti del giansenismo ligure, come Descalzi, maestro del Mazzini, e Pegola, consigliere spirituale del Manzoni. Ma già nel Settecento,! giansenisti liguri costituiscono uno dei gruppi più numerosi e combattivi di tutto il movimento, con una sfera d'influenza che va ben oltre i limiti della regione.2)
0. E. CODIGNOLA, Carteggio di giansenisti liguri. Precedo un'introduzione, segue un appendice di documenti inediti e rari. 3 voli., Firenze, 1941-1942.
*)' Cfr., fra l'altro, i lavori dal Solari, del Dammig, del Ferraris, del Bolgiani, del Frugoni e, soprattutto, di E. Pusserin d'Entrò ve.
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