Rassegna storica del Risorgimento
LIGURIA ; STORIOGRAFIA ; GENOVA
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1963
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51
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Genova e la Liguria dal 1700 al 1815 51
In realtà anche se alcuni di questi giansenisti, come il Solari e il Degola, poterono personalmente illudersi di incidere sul nuovo corso politico, la loro forza e la loro capacità di far presa sui dirigenti rivoluzionari fu sempre minima per non dire quasi inesistente. Assai discutibile appare particolarmente l'afférmazione del Colletti secondo la quale l'azione dei giansenisti liguri durante il periodo della Repubblica democratica sarebbe stata improntata ad uno spirito di vendetta nei confronti delle gerarchie cattoliche, non fosse altro perchè essi, che, talvolta, come mons. Solari, appartenevano alla gerarchia stessa si adoperarono per quanto stava nelle loro possibilità, per mitigare la legislazione antiecclesiastica.
La storia religiosa genovese si intreccia con quella dei fermenti innovatori del secolo e, nell'ultimo decennio, anche con quella della penetrazione delle idee rivoluzionarie nel territorio dell'antica Repubblica, assieme alla marcia delle truppe francesi del Bonaparte. Anche in quest'ultimo ventennio, uon sono mancati i contributi che studiano i rapporti tra Genova e la Francia prerivoluzionaria, rapporti fondamentali per comprendere molti aspetti e sviluppi della successiva storia francese. Il Vitali ha illustrato le reazioni, e i giudizi di Cristoforo Spinola, ministro genovese in Francia durante la prima fase della Rivoluzione, e dell'ultimo rappresentante genovese a Parigi, il segretario di legazione Francesco Massuccone. Lo Spinola segue con simpatia i tentativi di riforma e le aspirazioni del terzo Stato e non manca di disapprovare il contegno della nobiltà, particolarmente di quella emigrata anche durante il Terrore, del quale biasima soltanto gli eccessi.
Molto meno acuti e più soggetti alle circostanze occasionali si rivelano invece, i giudizi del Massuccone, rimasto a reggere la legazione dopo la destinazione dello Spinola a Londra. A partire dal 1795 il Massuccone, stretto dalla logica della controrivoluzione, sembra sposare la causa dei coalizzati antifrancesi con tale vigore da suscitare le proteste dello stesso Governo genovese, sempre sospettoso delle ambizioni e degli appetiti del regno di Sardegna. *) Il carteggio dello Spinola è stato esaminato anche dal Boudard,2) relativamente al noto scandalo della collana della regina (1785-1786), che tanto contribuì a screditare monarchia e la nobiltà francese. In complesso, scarsi sono stati i contributi di rilievo su questo decisivo periodo della storia genovese ed italiana. Tra questi spicca la notevole biografìa di una complessa figura di illuminista e rivoluzionario, Rufino Massa, redatta dal Venturi con una documentazione di prima mano.3) II Massa, mentonese, passa al servizio della Repubblica di Genova come auditore di Rota, dopo essere stato podestà e giudice ordinario della città e fortezza di Monaco, la piò alta carica pubblica di quel Principato, dopo quella
') V. VITALE, Un notaio diplomatico in tempi difficili, in Bollettino ligustico per la storia è la cultura regionale, a. IV (1952), no. 3-4, pp. 67-72.
ì) R. BonOABD, Vaffaire du collier de la Beine, vu par Christophe Spinola, auprès de la Cour de France,in Revue d'hiatoire diplomatique, a. 70 (1956), aprile-giugno, pp. 98-109. Il Boudard ho ora fuso i suoi numerosi, contributi sullo storia genovese nel Settecento nel saggio R. BOCDÀKO, GSnes et Ut France dans la deuxiime moìtig du XVIII' siici*, Paris-La Haye 1962.
s) F. VENTOHI, Un girondino italo-francese: Rufino Massa, in Miscellanea di storia ligure, voi. l Genova, 1958, pp. 331 e sgg.