Rassegna storica del Risorgimento
WINKLER LUIGI ; 1860 ; UNGHERIA ; DUNYOV ISTV?N ; MILLE (SPEDIZ
anno
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1963
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pagina
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57
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LA CAMPAGNA DEL 1860 NEL CARTEGGIO DI DUE GARIBALDINI UNGHERESI
Lo scoppio della guerra del 1859 mise in agitazione gli esuli politici ungheresi che, sparsi nei vari paesi dell'Europa e di altri continenti, seguivano con ansia gli sviluppi della vertenza austro-sarda, la sola che, in quel momento, lasciava sperare una possibile soluzione dei loro problemi nazionali.
I primi ad agire sono i capi dell'emigrazione, già esponenti del governo rivoluzionario ungherese del 1848-49, che si mettono in contatto con gli ambienti ufficiali di Parigi e di Torino. Raggiunti i primi accordi di massima, essi formano, il 6 maggio, la Direzione nazionale ungherese, che in veste ufficiale dovrà trattare con i due governi alleati e chiamare all'opera comune gli altri esuli. Il triumvirato è composto di Luigi Kossuth, stabilitosi a Londra, del conte Ladislao Teleki, già inviato ungherese a Parigi nel 1848-49, e del generale Giorgio Klapka che vive a Berna. Una fitta rete di corrispondenza li collega con i connazionali residenti nei piò importanti centri europei, i quali, seguendo le loro istruzioni, collaborano al piano di riscatto nazionale sia con una campagna pubblicistica sulla stampa, sia con contatti personali mantenuti con esponenti dei vari governi. *)
Quando, poi, come risultato dell'intesa definitiva, in data 24 maggio, si decreterà la formazione di una legione ungherese in Italia, cominceranno ad affluire, dai Balcani, dall'Inghilterra e persino dall'America, esuli di ogni età: ex ufficiali e soldati dell'esercito insurrezionale degli honvéd e giovani ancora inesperti d'armi. Ci sono tra loro molti che negli anni dell'esilio erano riusciti a trovare una qualche sistemazione stabile, ma ora anch'essi accorrono volonterosi, cambiando la relativa sicurezza raggiunta con i rischi e le incertezze cui sanno di andare incontro. È una via per uscire dallo stato di continua tensione e irrequietudine che caratterizzava lo spirito degli esuli politici: costretti a lasciare il loro paese per sottrarsi alle persecuzioni di un regime ostile, si sentivano violentemente strappati al loro ambiente e, incapaci di rompere il cerchio di interessi e di nostalgie che li legavano alla terra natale e di crearsi un nuovo programma di vita fuori dell'ambito nazionale, consideravano transitoria la propria situazione e non vivevano che di perenne attesa. L'insofferenza, l'esasperazione e le rivolte, che si manifesteranno in seguito nel seno della legione ungherese, saranno dovute allo stato di acuto nervosismo prodotto dalla delusione di questa attesa.
') Sull'attività agl'emigrazione ungherese nel 1859 e i suoi accordi con i governi sardo e francese, v. L. CIIIALÀ, Politica segreta di Napoleone e di Cavour in Italia e iti Ungheria, Torino, 1895; L. KOSSUTH, Irataim ut emigrdcióbólt voli. 1-X, Budapest, 1880-1904; E. KASTKBH, Il contributo ungherese nella guerra del 1859 (Storia e documenti), Firenze, 1934; T. Acs* A genoani lósudds. Budapest, 1958; . KOLTAY-KASTNBB, Iratok a Koswth-emigràctó tSrtónetéheSt Szegcd, 1959; IDFJW, A Koseuth-emigrdció Olaszorszógban, Budapest, 1960.