Rassegna storica del Risorgimento
WINKLER LUIGI ; 1860 ; UNGHERIA ; DUNYOV ISTV?N ; MILLE (SPEDIZ
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1963
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Carteggio di due garibaldini ungheresi 59
alleato e con la legione ungherese costituita in Italia, avrebbe provocato, secondo le previsioni dei capi dell'emigrazione, un'insurrezione generale della popolazione ungherese. La preoccupazione della Direzione nazionale ungherese è di ottenere il consenso del principe Cuza e di assicurare la disponibilità delle armi inviate da Klapka su navi francesi. Dovrà occuparsene Winkler, che da Jassy manda relazioni settimanali al conte Karacsay, un altro agente di Klapka residente a Costantinopoli, informandolo sulla situazione politica nei Principati, sulle disposizioni di Cuza e sui suoi incontri con questo principe e col console francese Place.l) Siccome egli era ritenuto dalla polizia segreta austriaca il principale organizzatore dell'attività rivoluzionaria nei Principati,2) Winkler si nascondeva sotto lo pseudonimo di Ferreri.
Soltanto dopo l'armistizio di Villafranca, verso la fine dell'estate, egli ritorna in Italia, dopo che si è decisa la questione delle armi rimaste in deposito presso Cuza. Ma è tardi ormai: la guerra è finita e la legione ungherese, che ha già rag* giunto il numero di 3200 uomini, dovrà essere sciolta. I soldati, nella maggior parte provenienti dall'esercito austriaco in Italia, potranno ritornare in patria, dopo che la Direzione nazionale ungherese ha ottenuto, tramite l'imperatore Napoleone, formale assicurazione che essi avrebbero avuto lo stesso trattamento dei soldati austriaci fatti prigionieri durante la guerra.3) Delusi nelle loro speranze, stanchi della lunga inutile permanenza nelle caserme di Acqui, Àsti e Alessandria, essi non anelano che a tornare quanto prima in patria: il loro comandante, colonnello Ihàsz, riesce a mala pena a frenarli fino a quando, nel mese di settembre, potrà aver luogo la loro consegna alle autorità militari austriache.
Più, difficile si presentava, invece, la situazione degli ufficiali. Allo sconforto e all'amarezza succeduti all'inatteso colpo dell'armistizio si aggiungevano le preoccupazioni materiali: la necessità di affrontare i problemi dell'esistenza, .n numero dei vecchi emigrati si era, intanto, accresciuto con nuovi profughi, che arrivavano dall'Ungheria col proposito di entrare nella legione.
Era fra coloro il tenente colonnello Stefano Dunyov, un degno patriota che aveva diviso con vari liberali italiani lunghi anni di prigionia nel forte di Josefstadt. Di professione avvocato, egli aveva servito durante la guerra d'indipendenza del 1848-49 prima come auditore militare; poi aveva, come ufficiale, partecipato a varie battaglie, rimanendo due volte ferito. Condannato a morte dopo la repressione, Dunyov fu salvato dalla grazia dell'imperatore, che commutò la sua pena in dieci anni di detenzione Nel 1857 egli fruì dell'amnistia, ma non per questo fu liberato dalla pesante sorveglianza della polizia. Visse a Pest, finché, alla notizia della guerra d'Italia, decise di fuggire. Nativo dei pressi di Arad, conosceva la Transilvania e parlava bene il rumeno: non gli fu, quindi, molto difficile traversare le montagne con l'amico colonnello Krivacsy e giungere in Valacchia a Tirgusil, da dove potè poi raggiungere Bucarest. Durante la sua permanenza di un mese in quella città egli si mise in contatto con la locale colonia ungherese; si informò, trattò con i rappresentanti più autorevoli in vista di una futura azione militare; giudicava che nella sola Bucarest si sarebbero
U Lettere di Klapka a Karacsay, in data 22 aprile, 13, 27, 28 maggio, 9 giugno, 6,28 luglio, IO agosto, imT. Acs, op. cit., pp. 69,86,91, 111, 185,251, 265. 2J E. KOUAY-KASTNEH, op. rìt., p. 145. ) KosscTo, op. eU., v. I.