Rassegna storica del Risorgimento

WINKLER LUIGI ; 1860 ; UNGHERIA ; DUNYOV ISTV?N ; MILLE (SPEDIZ
anno <1963>   pagina <64>
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64 Magda Jàszay
giunta a Palermo la prima notizia della vittoria di Milazzo, con commenti che Dunyov giustamente si rifiuta di crederei
A Palermo egli ritrova numerosi Ungheresi giuntivi con le precedenti spe­dizioni. Proprio in quei giorni, il 16 luglio, Garibaldi ha decretato la formazione di una legione ungherese: '"' sono in quel momento in 67, poi 76, ma il numero degli ufficiali è sproporzionatamente grande. Parte dei soldati è costituita dai fuggiaschi raccolti da Dunyov a Massa Carrara. Questi, tuttavia, guarda con diffidenza la costituzione della legione e partecipa i suoi dubbi a Pulszky. Gli sembra, infatti, che la formazione di questo corpo speciale in un paese dove gli mancherà ogni possibilità di ulteriore sviluppo sia un'idea sbagliata. Il contin­gente degli ufficiali potrebbe bensì essere eventualmente rinforzato con i molti esuli sparsi un po' dovunque, ma il numero dei soldati di linea difficilmente au­menterebbe se non facendo assegnazione sui disertori: e le forze dell'Austria stanziate nell'Alta Italia non si trovano a contatto con l'esercito garibaldino. Ricordandosi delle esperienze dell'anno precedente, Dunyov teme che le dif­ficoltà e la lentezza della loro organizzazione, l'inerzia dell'attesa a cui sono costretti, possano facilmente demoralizzare i legionari, venuti con la decisa vo­lontà di combattere. Consiglia, quindi, che, senza attendere eventuali aumenti di quel corpo, essi vengano direttamente inquadrati nei reggimenti italiani e mandati immediatamente al fronte di combattimento.
La Legione ungherese poco dopo verrà assegnata alla Brigata Eber della Divisione Tiirr e darà prove di valore nella battaglia del Volturno, meritando parole di lode di Garibaldi e degli altri comandanti.3)
Dunyov non vuole unirsi agli altri ufficiali ungheresi che a Palermo atten­dono di poter comandare la Legione; ansioso di rendersi utile al più presto, vuole presentarsi a Garibaldi: se questi non avesse bisogno di lui, si arruolerebbe come semplice volontario. E scrupolosamente attento ad evitare ogni apparenza di essere come tanti altri un peso morto sul bilancio dello Stato. Se a Pa­lermo non gli sarà dato di far valere le sue capacità, andrà altrove. Prega Pul-szky di informarlo qualora si realizzi un'invasione dalla Romagna: egli si re­cherà dove potranno avere maggior bisogno della sua collaborazione.4) Certo, nella folla dei nuovi arrivati che a ondate si riversavano a Palermo, Dunyov avrà potuto riconoscere molti elementi che con il coraggio, la fede e l'abnega­zione dei primi compagni di Garibaldi non avevano più nulla a che fare, e che
*) L. LUKACS, op. cit., 1. citi Quanto all'accoglienza da parte della popolazione di Milazzo, il garibaldino Bandi scrive: Certi novellieri scrissero, e fa creduto vero per molto tempo, che la popolazione di Milazzo ci accogliesse coll'olio bollente e coi tegoli, ed io non so per vero come si abbia potuto immaginare una fiaba tanto stupida, giacché, entrando in città, nessuno dei pochissimi abitanti che vi erano rimasti si vide, e quelli che sbucaron fuori dipoi furon più morti che vivi . G. BANDI, J Mille da Genova a Capau. Firenze, 1960, pp. 209-10. La relazione del col. Bosco sulla resa di Milazzo è pubblicata da un contemporaneo; M. MONNIER, Garibaldi - Jlistoire de la conquisto dea Deux Siciles, Parigi, 1861, pp. 205-206.
2) A. VIGEVANO, La Legione Ungherese in Italia, Roma, 1924, p. 71.
>> G. PECORINI-MANZONI, op. cit., pp. 258,265; A. VIGEVANO, op. cit., p. 87; G. GA­RIBALDI, Memorie, Bologna, 1932, voi. II, p. 481; M. MONNIER, op* cit., p. 357; G. BAND*, op. eh., pp. 249-52.
4) L. LUKACS, op. cit., p. 106.