Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <111>
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H Ministero Capponi e il tramonto fai liberalismo toscano nel '48 111.
i nostri patriotti. E riflettendo, che di ciò avevano colpa, più che gli uomini di Governo i quali non avevano subito inteso la natura reale della questione e provvedutovi razionalmente, i fautori dell'idea repub­blicana, contro costoro levava violenta, la voce la Patria come quelli che erano stati la fonte di ogni sventura, Augurandosi, che il pronta e numeroso accorrere delle civiche in Pisa avesse dissuaso i livornesi da una ulteriore resistenza, la Patria esaminava la situazione gene­rale d'Italia e si chiedeva, se la simultaneità dLciò che avveniva in Livorno, in Bologna ed in Genova non desse a pensare, che involon­tariamente o consapevolmente si facesse il giuoco del nemico : A questi illusi - diceva il nostro giornale - noi non abbiamo da far che-una sola interrogazione : questi moti impediscono od accelerano i preparativi della guerra dell'indipendenza?... Sarebbe follia credere sul serio, che lo sconvolgimento interno degli Stati sia il modo acconcio a sostenere una guerra mortale contro lo straniero ! '. Esaminando l'opera del partito repubblicano che, per il nostro periodico era au­tore di ciò che era avvenuto in Italia, dopo l'armistìzio Salasco e che aveva condotto la Toscana alla minaccia incombente della guerra ci­vile, concessa la purità delle sue intenzioni, la Patria negava ch'esso avesse prodotto il bene della penisola: Allegando ohe i Principi costi­tuzionali d'Italia- scriveva il periodico del Barone Bettino il 7 dicem­bre 1848 - non potessero più sostenere la causa nazionale per l'indi­pendenza con una guerra ordinaria, ha detto non esservi altro scampo che in una guerra insurrezionale dei popoli. Per muovere i popoli ha creduto espediente di prendere e creare tutte le cagioni di agitare Tinterno degli Stati a fin di potere, in queste commozioni, sostituire
! La Patria, II, 67, 5 settembre 1948. E polche la Patria ragionava sul serio ed era venata per questa sua serietà accentrando la maggior parte dell'opinione pubblica liberale è evidente elio contro di essa fossero scagliate le invettive e si appuntassero le armi del partito rivoluzionario, il quale trascurava quasi ciò che la Riforma, il Conciliatore, il Cittadino e gli altri organi liberali, insieme con la Gazzetta di Firenze, pubblieavan sulla condizione dei tempi. Così, per riepilogare una serie di articoli comparsi dal 4 all'8 settembre 1848, il Corriere Livornese il 9 settembre, sentenziava dell'opera del giornale del Bfcasoli: Alla Patria poi diciamo ohe letteralmente non sa quel ohe si dica- Hoi crediamo e forse c'ingan­niamo ohe la Patria abbia fatto ampia provvisione di articoli fin dalla primavera contro la Eepubblica ed i Bepubblicani e nd ogni qualunque occasione ossa mette fuori le sue elucubrazioni. Koi perdoniamo la Patria pei suoi giudizi sui fatti di Genova e di Bologna, essendo quelle citta lontane; ma emettere sciocche ed erronee-opinioni sui fatti di Livorno, è una perfidia e di quelle che la signora Patria soltanto sa confermare. Corriera Livornese, 176, 9 settembre 1848.