Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI ; TOSCANA ; CAPPONI GINO
anno <1919>   pagina <112>
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ita
E. Passa/monti
la repubblica ai principato costituzionale . Ma che hanno essi con­cluso, domandava la Patria? Non hanno rovesciato i troni, ma hanno indebolito la compagine sociale dello Stato, hanno sottratto una note­vole somma di energie per la lotta estrema contro il solo, reale ne­mico della libertà della Nazione. Risulla - concludeva il periodico del Ricasoli - che il partito repubblicano può suscitar l'anarchia, ma non la repubblica, che le masse non si muovono con io sbrigliamento delle loro passioni all'altezza di una idea politica . Riprendendo la vècchia dottrina giobertiana, della inutilità della guerra di popolo per abbattere l'Austria, la Patria sosteneva : Così assurda rivoluzione non potrebbe essere, che l'orgia delle passioni d'un volgo delirante, non potrebbe essere che l'uso cieco di una forza brutale, senza la coscienza di soddisfare ad un bisogno legittimo. E come mai questa rivoluzione potrebbe riunir le forze per domar lo straniero ? Cedano una volta alla necessità la quale se nega loro quel che agognano, è però d'essi più. benefica, perchè concededìi poter ottenere la indi­pendènza come principio di ogni miglioramento anche più estremo. Ma non lo concede, che a patto dell'unione dì tutti gli Italiani nel solo proposito di cacciargli stranieri l. Con l'invocare l'idealità della indipendenza della Patria il nostro periodico aveva credulo di trovare una soluzione al conflitto tra la repubblica e la monarchia, che mi­nacciava di insanguinare la Toscana ; come quel principio, nel quale i partiti confondevano le loro aspirazioni più. alte. E, poiché, se parlava ai repubblicani in genere, il nostro giornale rivolgevasi realmente con tutti i suoi sforzi a chi in Livorno agiva in nome della repubblica, cosi, facendo, speravadi comporre i dissensi ed evitare la guerra civile che era il più dannoso dei mali. Ma non sapeva la Patria che, se di un peccato erano responsabili i seguaci del Mazzini, era l'ostinatezza nelle loro idee, per le quali non avevano badato né badavano a rovine di sorta pur di effettuare i loro propositi. Non tutti forse erano, come il loro capo, convinti dell'eccellenza della loro fede politica, qualora fosse stato possibile attuarla nella nostra penisola ; ma tutti come il grande Genovese non conoscevano ragioni di sorta per rinunziarvi. Onà?è Jae gli sforzi della Patria e quelli di altre persone notevoli del liberalismo toscano, .quali i redattori dei pubblici fogli dell'opinione liberale moderata, erano destinati a rimanere sterili. Chi in Livorno aveva interesse, anche prima della venuta del Guerrazzi, a continuare l'agitazione ed a condurre alla separazione di questa città, dal resto del granducato, si trincerava dietro l'affermatone die non esso, ma
1 Za Patria, H, 69, 7 sottombro 1848.